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Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

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Home - Camera - Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

Commissione Lavoro, pubblico e privato (Dai Resoconti Sommari)

27 Aprile 2017
in Camera

ATTI DEL GOVERNO
Giovedì 27 aprile 2017. — Presidenza del presidente della I Commissione Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Intervengono il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti e il sottosegretario di Stato per l’interno, Gianpiero Bocci.
La seduta comincia alle 14.
Sulla pubblicità dei lavori.
Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l’impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l’attivazione.
Schema di decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in attuazione dell’articolo 17, comma 1, lettera r), della legge 7 agosto 2015, n. 124. 
Atto n. 391.
 
(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
Le Commissioni proseguono l’esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 aprile 2017.
Irene TINAGLI (PD), relatrice per la XI Commissione, anche a nome del relatore per la I Commissione, deputato Alan Ferrari, fa presente che è stata predisposta una proposta di parere sullo schema di decreto (vedi allegato), suscettibile di essere eventualmente integrata e modificata sulla base delle osservazioni che i colleghi commissari riterranno di formulare.
Tiziana CIPRINI (M5S) intende sottoporre all’attenzione dei relatori un punto al quale il suo gruppo tiene in modo particolare, ovvero l’opportunità di prevedere un esplicito obbligo di motivazione della valutazione positiva del personale 7pubblico. Ciò, ancorando il giudizio a criteri oggettivi e misurabili, contribuirà al necessario cambio di prospettiva che consenta, come anche sottolineato dal Consiglio di Stato, un vero e proprio cambiamento culturale, all’interno ma anche all’esterno della pubblica amministrazione.
Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.05.

ATTI DEL GOVERNO
Giovedì 27 aprile 2017. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.
La seduta comincia alle 14.15.
Schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al testo unico del pubblico impiego, di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. 
Atto n. 393. 

(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 aprile 2017.
Walter RIZZETTO, presidente, segnala preliminarmente che il termine per l’espressione del parere scade il 29 aprile 2017, ricordando che, nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 20 aprile, si era stabilito che l’espressione del parere di competenza avesse luogo nella seduta odierna. Fa presente, al riguardo, che sono pervenuti i rilievi della VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) e il prescritto parere del Consiglio di Stato. 
Osserva che, a seguito della trasmissione del parere del Consiglio di Stato, la
Commissione è quindi nelle condizioni di concludere l’esame del provvedimento, facendo presente che la Presidente della Camera ha, peraltro, segnalato di aver rappresentato alla Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione l’opportunità di concordare con la Commissione tempi adeguati per l’espressione del parere parlamentare, nel rispetto del termine previsto dalla legge per l’esercizio della delega. 
Anche alla luce del rinvio alla prossima settimana, concordato con il Governo, dell’espressione del parere sull’Atto del Governo n. 391, recante lo schema di decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in attuazione dell’articolo 17, comma 1, lettera 
r), della legge 7 agosto 2015, n. 124, chiede alla relatrice, on. Paris, come intenda procedere con riferimento all’esame del provvedimento in esame.
Valentina PARIS (PD), relatrice, rifacendosi a quanto appena sottolineato dal presidente, propone che l’espressione del parere di competenza sullo schema di decreto in esame abbia luogo entro il prossimo 3 maggio, allo scopo di permettere la formulazione di una proposta il più possibile unitaria e condivisa.
Il sottosegretario 
Angelo RUGHETTI dichiara la disponibilità del Governo ad attendere l’espressione del parere nei termini indicati dalla relatrice, prima di procedere all’adozione definitiva del provvedimento.
Giuseppe ZAPPULLA (MDP), con riferimento allo schema di decreto legislativo in esame, rileva l’opportunità di formulare talune precisazioni e osservazioni, ritenendo necessario che il Governo assuma precisi impegni in tal senso. In primo luogo, ribadisce la necessità, da lui già sottolineata nel corso di una precedente seduta, di tenere in debita considerazione la delicatissima situazione dei lavoratori precari presso le pubbliche amministrazioni in Sicilia. Il perfezionamento delle procedure di stabilizzazione dei numerosissimi lavoratori precari in tale regione è, a suo avviso, di difficile realizzazione e, in molti casi, addirittura impossibile. Pertanto, la previsione di un periodo più lungo dei tre anni stabiliti dall’articolo 20 dello schema di decreto, con la corrispondente copertura finanziaria, potrebbe, invece, rappresentare un impegno definitivo verso la stabilizzazione e, al contempo, la possibilità di rendere effettiva l’uscita dal precariato dei tanti lavoratori coinvolti. Ricorda che si tratta di più di ventimila lavoratrici e lavoratori diventati oramai pilastri insostituibili in molti enti locali e, più in generale, nella pubblica amministrazione siciliana. 
In secondo luogo, al fine di superare la complicata situazione in cui versano molte amministrazioni e, in particolare, le Agenzie fiscali, i cui dirigenti sono stati drasticamente ridotti per effetto di pronunce giurisdizionali, propone di adottare provvedimenti idonei a consentire al personale già in forza a tali amministrazioni di ricoprire i ruoli vacanti, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica. In particolare, a suo avviso, si potrebbe inquadrare nei ruoli dirigenziali il personale che, alla data di entrata in vigore del provvedimento in esame, abbia maturato almeno cinque anni in posizioni funzionali per l’accesso alle quali è richiesto il possesso della laurea, sia stato assunto presso la pubblica amministrazione con le forme previste dall’articolo 97, quarto comma, della Costituzione e abbia svolto, in forza di contratti a tempo determinato, funzioni dirigenziali. 
Infine, richiamando anche in questo caso quanto già sottolineato in una precedente seduta, intende richiamare l’attenzione dei colleghi sulla difficile situazione dei lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni genitori di malati gravi non autosufficienti e riconosciuti invalidi al cento per cento. Come già precisato, ricorda che, in caso di attivazione di procedure di mobilità, essi spesso, a differenza dei colleghi con situazioni meno gravi beneficiari delle tutele di cui alla legge n. 104 del 1992, si trovano di fronte al dilemma se lasciare la famiglia o il
lavoro. Per risolvere tale problema, a suo avviso, sarebbe opportuno introdurre nello schema di decreto in esame specifici correttivi, basati, ad esempio, sulla previsione di una sorta di graduatoria delle priorità tra situazioni di gravità, o sulla possibilità della permanenza in sede in soprannumero o, ancora, sulla possibilità di farsi raggiungere nella nuova sede dalla famiglia, analogamente a quanto previsto per il personale coniuge di militare o di categoria equiparata. 
Più in generale, con riferimento agli articoli 1, 2, 4 e 11 del provvedimento, segnala l’esigenza di rafforzare il ruolo delle relazioni sindacali, in linea con l’accordo concluso tra Governo e sindacati confederali il 30 novembre 2016. Rileva, con riferimento all’articolo 5, l’opportunità di specificare ulteriormente cause e modalità per l’utilizzo di lavoro autonomo da parte delle pubbliche amministrazioni. Valuta, inoltre, in modo critico le disposizioni in materia di licenziamenti disciplinari di cui all’articolo 15 dello schema di decreto, esprimendo in particolare riserve sul contenuto dell’articolo 55-
quater, comma 1, lettera f-quinquies), del decreto legislativo n. 165 del 2001, così come modificato dallo schema in esame. Si sofferma, poi, sulle disposizioni dell’articolo 20, che, dando seguito al richiamato accordo del 30 novembre 2016, affronta il tema del superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni, osservando tuttavia che l’attuale formulazione rischia di non dare risposte a molte categorie di lavoratori precari, quali, ad esempio, i lavoratori impiegati nei centri per l’impiego o i lavoratori socialmente utili. A suo avviso, in ogni caso, le procedure previste dovrebbero applicarsi anche ai lavoratori che maturino tre anni di anzianità entro il 1o gennaio 2018 e, per quanto riguarda le disposizioni di cui al comma 1, occorrerebbe considerare, ai fini dell’accesso alle procedure di stabilizzazione, anche le procedure assimilabili a quelle concorsuali, già superate dagli interessati. Segnala, inoltre, l’esigenza di riconsiderare le disposizioni di cui all’articolo 23, al fine di ampliare l’accesso alla sperimentazione di cui al comma 4 del medesimo articolo, che consente alle Regioni a statuto ordinario e alle città metropolitane di incrementare l’ammontare delle risorse destinate al personale nell’ambito della contrattazione integrativa. Si dovrebbero, infine, introdurre norme volte a favorire progressioni interne di carriera nell’ambito delle amministrazioni.
Walter RIZZETTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame dello schema di decreto legislativo ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.35.

INTERROGAZIONI
Giovedì 27 aprile 2017. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Luigi Bobba.
La seduta comincia alle 15.
5-05780 Ferraresi: Tutela del socio lavoratore di cooperativa in caso di sua esclusione dalla cooperativa.
Il sottosegretario Luigi BOBBA risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato. 
Vittorio FERRARESI (M5S), ringraziando il sottosegretario, si dichiara solo parzialmente soddisfatto della risposta, in quanto rimane inevasa la richiesta al Governo sulle iniziative che intende prendere allo scopo di scoraggiare il surrettizio ricorso alla prassi di associare i lavoratori alle cooperative al solo scopo di poterli licenziare, aggirando la normativa a presidio dei loro diritti. 
Come già osservato nella sua interrogazione, si tratta di una prassi purtroppo molto diffusa e, che si sostanzia in una lesione delle tutele dei lavoratori e in una lesione del diritto di uguaglianza di trattamento rispetto alla generalità dei lavoratori dipendenti.

5-10648 Rotta: Tutela dei lavoratori ceduti dal gruppo Mediaset alla società Pragma Service Srl.
Il sottosegretario Luigi BOBBA risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Marialuisa GNECCHI (PD), in qualità di sottoscrittrice dell’atto di sindacato ispettivo, ringraziando il sottosegretario, osserva che dalla risposta da lui fornita si evince la grande conflittualità che caratterizza la situazione in esame. 
Risulta purtroppo chiaro che l’accordo tra Pragma Service Srl e rappresentanze sindacali del 26 febbraio 2010 è stato disatteso, rendendo la situazione ancora più drammatica rispetto al passato, sul quale, peraltro, era stata presentata, ricorda, una specifica interrogazione nella scorsa legislatura. I trasferimenti da Roma a Milano, imposti a dipendenti che, per lo più, sono donne, si configurano, infatti, come una pressione per le dimissioni volontarie. Le notizie raccolte in prima persona da colleghi parlamentari che, in ragione del loro ruolo, sono invitati a trasmissioni televisive, permettono di evidenziare la sostanziale sovrapponibilità delle strutture organizzative attuali con quelle precedenti, confermando il sospetto che la cessione del ramo di azienda sia stato solo un espediente per imporre i trasferimenti e modificare in peggio le condizioni di lavoro. È chiaro, a suo avviso, che il fine ultimo dell’azienda è rimpiazzare personale con più di venti anni di esperienza con nuovi assunti, i cui costi sono certamente inferiori. Per questo, esorta il Governo a eseguire specifichi controlli mirati a verificare se la cessione di ramo di azienda sia effettiva o fittizia, sanzionando ogni comportamento contrario alle norme.
5-11128 Simonetti: Applicabilità di eventuali innalzamenti dei requisiti per l’accesso al pensionamento ai soggetti beneficiari dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (APE).
Il sottosegretario Luigi BOBBA risponde all’interrogazione nei termini riportati in allegato.
Roberto SIMONETTI (LNA) ringrazia il sottosegretario per la risposta fornita, rilevando tuttavia la necessità di introdurre garanzie che tranquillizzino i lavoratori sulla intangibilità dei loro diritti. Ricorda, a tale proposito, che, in occasione della riforma pensionistica introdotta dalla legge n. 243 del 2004, il ministro Maroni aveva previsto la certificazione, da parte dell’INPS, dei diritti acquisiti dai lavoratori che avendo maturato il diritto alla pensione di anzianità fino al 31 dicembre 2007, avessero deciso di continuare a lavorare, beneficiando del cosiddetto superbonus. 
La previsione di garanzie di tale genere, a suo avviso, è oltremodo opportuna nel caso dell’APE, che si configura come un prestito bancario, la cui sostenibilità deve essere garantita anche rispetto a futuri e improvvisi cambiamenti della legislazione, ricordando che anche la manovra realizzata con il decreto-legge n. 201 del 2011, che stravolse la normativa previdenziale, maturò in un brevissimo arco temporale. 
A tal fine, preannuncia, pertanto, la sua intenzione di presentare proposte emendative specifiche riferite al decreto-legge n. 50 del 2017, appena presentato alla Camera dei deputati.
Walter RIZZETTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all’ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.30.


UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Giovedì 27 aprile 2017.
L’ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.35.

ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 806 del 20 aprile 2017, a pagina 157, prima colonna, quarantaseiesima riga, le parole da: «Rileva, in particolare,» fino alla fine del periodo sono soppresse.

ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 26 aprile 2017. — Presidenza del vicepresidente della XI Commissione, Walter RIZZETTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.
La seduta comincia alle 15.10.
Schema di decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, in attuazione dell’articolo 17, comma 1, lettera 
r), della legge 7 agosto 2015 n. 124. 
Atto n. 391. 

(Seguito esame, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).
Le Commissioni riunite proseguono l’esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 19 aprile 2017.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che il termine per l’espressione del parere scade il 29 aprile 2017 e che sono stati trasmessi alla Camera l’intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e il parere della Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. Segnala, peraltro, che non è ancora stato trasmesso alle Camere il parere reso dal Consiglio di Stato e che la Presidente della Camera, in sede di assegnazione dello schema, ha segnalato l’esigenza che le Commissioni non si pronuncino definitivamente sul provvedimento prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere con tutti i pareri richiesti.
Alan FERRARI (PD), relatore per la I Commissione, anche a nome della relatrice per la XI Commissione, fa presente che è in corso di elaborazione una proposta di parere che i relatori si riservano di presentare per le prossime sedute, anche alla luce delle considerazioni che emergeranno dal dibattito. Auspica, in proposito, che il Governo possa acconsentire a un rinvio alla prossima settimana dell’espressione del parere da parte delle Commissioni, a fronte della delicatezza dei temi affrontati. Preannuncia che nella proposta di parere i relatori intendono esprimere un orientamento favorevole al provvedimento, con la formulazione di alcune osservazioni volte a migliorare alcuni suoi aspetti. Fa riferimento, in particolare, all’esigenza di soffermarsi sui diversi livelli in cui si svolge la valutazione, che ha a oggetto, rispettivamente, le politiche, la performance organizzativa e quella individuale, richiamando altresì l’opportunità di meglio sincronizzare gli strumenti della programmazione con quelli di rendicontazione. Evidenzia, infine, l’esigenza di valorizzare ulteriormente il carattere indipendente degli organismi di valutazione e di meglio precisare il concetto di utenza finale, nell’ambito della definizione dei soggetti del sistema di misurazione e valutazione della performance.
Andrea CECCONI (M5S) fa notare che, poiché il parere del Consiglio di Stato non è stato ancora formalmente trasmesso alla Camera, appare opportuno che le Commissioni dispongano di un margine temporale ulteriore per lo svolgimento di un adeguato dibattito e per l’approfondimento delle diverse questioni. Chiede, inoltre, al rappresentante dell’Esecutivo se il Governo intenda già anticipare alle Commissioni modifiche che intende apportare allo schema in esame, anche alla luce dell’intesa intervenuta in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, del parere espresso dalla Conferenza unificata e di quello espresso dal Consiglio di Stato.
Walter RIZZETTO, presidente, alla luce degli orientamenti emersi dal dibattito, chiede al rappresentante del Governo di esprimersi sull’eventualità che le Commissioni possano esprimere il parere richiesto in una seduta da convocarsi nei primi giorni della prossima settimana.
Il sottosegretario 
Angelo RUGHETTI, con riferimento alle richieste del deputato Cecconi, osserva che la procedura per l’adozione dei decreti legislativi non prevede la possibilità per il Governo di presentare proposte di modifica dello schema all’esame delle Commissioni parlamentari, dal momento che gli eventuali emendamenti al testo dovranno essere introdotti in sede di recepimento dei pareri degli organi ai quali è stato sottoposto. Quindi, anche in considerazione della mole e della profondità del lavoro svolto dalle Commissioni, si dichiara d’accordo con la proposta testé avanzata dal presidente di rinviare l’espressione del parere a una seduta da convocarsi entro il prossimo 3 maggio.
Valentina PARIS (PD) osserva che, alla luce del rinvio dell’espressione del parere, i componenti delle Commissioni potrebbero utilizzare le prossime sedute per fornire indicazioni in ordine alle proprie posizioni in ordine al merito del provvedimento, anche in vista della formulazione della proposta di parere.
Walter RIZZETTO, presidente, osserva che nella seduta già convocata nella giornata di domani i deputati che lo desiderano potranno svolgere interventi per illustrare i propri punti di vista. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame dello schema di decreto legislativo ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.25.

ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 26 aprile 2017. — Presidenza del vicepresidente Walter RIZZETTO. — Interviene il Sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Angelo Rughetti.
La seduta comincia alle 14.45.
Schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al testo unico del pubblico impiego, di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. 
Atto n. 393. 

(Seguito dell’esame, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del Regolamento e rinvio).
La Commissione prosegue l’esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 aprile 2017.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che il termine per l’espressione del parere scade il prossimo 29 aprile e che, nella riunione dell’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, dello scorso 20 aprile, si era convenuto che la Commissione esprimesse il parere di competenza nella seduta del 27 aprile 2017. 
Segnala, peraltro, che non è ancora stato trasmesso alle Camere il parere reso dal Consiglio di Stato e che la Presidente della Camera, in sede di assegnazione dello schema, ha segnalato l’esigenza che la Commissione non si pronunci definitivamente sul provvedimento prima che il Governo abbia provveduto a integrare la richiesta di parere con tutti i pareri richiesti.
Giovanna MARTELLI (MDP) esprime l’auspicio che la Commissione approvi un parere il più possibile condiviso, che tenga conto non solo delle osservazioni espresse dai colleghi deputati, ma, soprattutto, dei rilievi emersi in occasione dell’audizione delle organizzazioni sindacali, i quali, a loro volta, recepiscono il contenuto dell’accordo sottoscritto il 30 novembre 2016 dalla Ministra e dal sottosegretario di Stato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, da un lato, e dai segretari generali di CGIL, CISL e UIL, dall’altro.
Walter RIZZETTO, presidente, ricorda che nella scorsa seduta la relatrice ha manifestato la propria disponibilità a redigere una proposta di parere che tenga conto delle istanze emerse nel corso del dibattito, in modo da giungere ad un’espressione quanto più possibile unitaria del Commissione sullo schema di decreto in esame.
Irene TINAGLI (PD), con riferimento all’articolo 10 dello schema di decreto, che interviene in materia di collocamento dei disabili nella pubblica amministrazione, stigmatizza il ritardo del Paese ad adeguarsi agli standard europei, sanzionato anche dalla sentenza della Corte di giustizia europea del 4 luglio 2011 (causa C-312/11), che condanna l’Italia per non avere imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, venendo così meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la lotta alle discriminazioni fondate, tra l’altro, sull’handicap, con riferimento all’occupazione e alle condizioni di lavoro. Il tentativo di adeguamento, operato con il decreto-legge n. 101 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2013, non ha prodotto i risultati sperati, non essendo stato in grado di dissipare l’opacità che caratterizza il sistema di collocamento obbligatorio dei disabili. 
Auspica, pertanto, che nel parere che la Commissione si appresta ad approvare sia prevista anche un’osservazione specifica che solleciti il Governo a giungere ad una soluzione definitiva del problema anche mediante l’introduzione di procedure telematiche per la comunicazione immediata dei fabbisogni di personale ad avviamento obbligatorio, per permettere l’immissione sollecita e trasparente dei soggetti aventi diritto.
Anna GIACOBBE (PD), dopo avere preliminarmente sottolineato che lo schema di decreto in esame disegna un percorso di stabilizzazione del personale precario della pubblica amministrazione credibile e virtuoso e dopo avere ricordato il peso che tale problema ha anche negli orientamenti della Commissione, come dimostrato anche dal parere recentemente espresso sul Documento di economia e finanza 2017, intende porre l’attenzione sull’estrema varietà di situazioni che caratterizza il precariato negli enti pubblici, per la cui soluzione propone il ricorso alla contrattazione decentrata che, più aderente alle singole problematiche, potrebbe essere in grado di trovare le soluzioni più appropriate. Con specifico riferimento alle disposizioni dell’articolo 20, segnala, in primo luogo, l’esigenza d considerare la situazione del personale impegnato con contratti di somministrazione nell’ambito delle aziende sanitarie. Rileva, inoltre, l’esigenza di consentire la stabilizzazione del personale precario in forza ad Agenzie regionali, anche qualora sia stato assunto mediante l’effettuazione di prove selettive da parte di altre amministrazioni, tenendo in questo modo conto dei processi di trasferimento delle funzioni ovvero delle procedure di accorpamento o soppressione di amministrazioni pubbliche che abbiano comportato il transito del personale nel nuovo ente. Ancora, di particolare gravità è, a suo avviso, la situazione del personale precario nel settore della ricerca sanitaria, con particolare riferimento agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e agli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS). Da ultimo, ricorda che, soprattutto nell’amministrazione finanziaria, è diffuso il ricorso a dipendenti di ruolo cui sono affidate, con contratti a termine continuamente rinnovati, funzioni dirigenziali.
Tiziana CIPRINI (M5S), pur preannunciando l’intenzione del gruppo del MoVimento 5 Stelle di presentare una proposta di parere alternativa a quella della relatrice, auspica che nel parere che sarà approvato dalla Commissione siano accolti anche i rilievi del proprio gruppo, tra cui, in particolare, segnala la necessità di prevedere un’ampia stabilizzazione del personale della pubblica amministrazione con rapporti di lavoro flessibili, quali, ad esempio, i lavoratori socialmente utili, i tirocinanti e i collaboratori coordinati e continuativi, che appaiono esclusi dalle procedure di stabilizzazione previste dall’articolo 20 dello schema di decreto.
Luisella ALBANELLA (PD) intende porre all’attenzione dei colleghi alcune situazioni particolari che non sembra possano trovare soluzione con le procedure di stabilizzazione del personale precario disciplinate dall’articolo 20 dello schema di decreto in esame. In primo luogo, fa riferimento ai circa duecento lavoratori del Genio campale, specializzati nella manutenzione delle infrastrutture aeroportuali dell’Aeronautica militare, assunti con contratti occasionali sulla base dell’articolo 184 del decreto del Presidente della Repubblica n. 170 del 2005, continuamente rinnovati nel corso degli ultimi dieci anni. Intende, poi, ricordare i precari degli enti locali della Regione Sicilia, i cui contratti sono stati prorogati, sulla base dell’articolo 23 della legge n. 67 del 1988, recepito con legge regionale, ben oltre i tre anni previsti come requisito massimo dall’articolo 20 dello schema di decreto e che, proprio per questo, non potrebbero rientrare nelle procedure di stabilizzazione in esso disciplinate. Si tratta di circa venticinquemila lavoratori, mediamente di cinquanta anni di età, che hanno maturato una notevole professionalità cui gli enti di appartenenza non potrebbero facilmente rinunciare. Pertanto, propone l’effettuazione di procedure di stabilizzazione di carattere straordinario riservate a tale personale, con l’introduzione di meccanismi che permettano di derogare alle limitazioni imposte dal patto di stabilità interno e di ricorrere al fuori ruolo. Soluzioni alternative al problema potrebbero essere individuate, ad esempio, nel ripristino delle convenzioni con gli enti locali della Regione siciliana, nel superamento delle limitazioni del turn over, nella proroga dei contratti fino al completamento del percorso di stabilizzazione che riguarda, come è evidente, una situazione del tutto particolare per criticità e alto numero di lavoratori coinvolti. A suo avviso, un contributo alla soluzione del problema potrebbe venire dalla modifica dell’articolo 1, comma 1, lettera b) dello schema di decreto, nel senso di ampliare la possibilità per la contrattazione collettiva di derogare a disposizioni di legge.
Davide BARUFFI (PD) intende chiedere conferma al Governo della volontà di potenziare gli organici dei centri per l’impiego attraverso la stabilizzazione del personale precario, la cui professionalità, acquisita nel corso degli anni, è, a suo avviso, essenziale per dare continuità alle politiche attive del lavoro, perno della riforma delineata dalla legge n. 183 del 2014. In secondo luogo, sottolinea la necessità di introdurre, almeno nella disciplina transitoria, le modifiche necessarie a fare fronte alla situazione dei medici facenti parte del polo unico da costituire in capo all’INPS per la gestione delle visite fiscali anche nel settore del pubblico impiego. Trattandosi, infatti, di personale non rappresentato da organizzazioni sindacali, è, a suo avviso, opportuno prevedere, all’articolo 18 dello schema di decreto, quali interlocutori dell’Istituto previdenziale per la stipula delle convenzioni disciplinanti il rapporto con i medici, forma alternative di rappresentanza.

Valentina PARIS (PD), relatrice, intende ribadire la propria disponibilità a formulare una proposta di parere che tenga conto delle diverse segnalazioni emerse in Commissione, per conferire, in sede di recepimento, maggiore peso agli orientamenti che saranno espressi in questa sede. In ogni caso, rileva la necessità di attendere la formale trasmissione alle Camere del parere del Consiglio di Stato, il cui testo, per altro, è già pubblicato nel sito istituzionale di tale organo. Con riferimento alle osservazioni emerse nel dibattito, segnala che dall’intesa raggiunta in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, risulta, tra l’altro, l’esplicita richiesta di escludere dalle procedure di stabilizzazione i lavoratori in somministrazione. Ritiene, in ogni caso, necessario un approfondimento ulteriore della questione, dal momento che non appare di facile superamento l’ostacolo costituito da tale pronunciamento.
Il sottosegretario 
Angelo RUGHETTI, dopo avere sottolineato l’importanza dei rilievi sollevati dai commissari, con riferimento alla necessità, osservata dalla deputata Tinagli, di effettuare uno sforzo maggiore per rendere effettivo il diritto dei disabili ad essere assunti dalla pubblica amministrazione, sottolinea l’impegno profuso dal Governo per rendere più cogenti le norme, sia legislative sia regolamentari, alle quali dovrebbero conformarsi le regioni che, sulla base del Titolo V della Costituzione, sono titolari di una grande autonomia in materia. Quindi, pur dichiarandosi d’accordo con la deputata Giacobbe sulla difficoltà di elaborare una norma di portata generale che sia applicabile a tutte le fattispecie, sottolinea che il ricorso alla contrattazione decentrata per risolvere le peculiarità di ciascuna situazione comporterebbe il rischio di introdurre regolamentazioni diverse con riferimento a realtà sostanzialmente analoghe. Riconosce, inoltre, il fatto che lo schema di decreto in esame, sulla base della norma di delega, interviene solo con riferimento ad alcune fattispecie di precariato nella pubblica amministrazione, non potendo essere applicabile al settore della dirigenza medica né a quello della dirigenza nelle Agenzie fiscali. Rassicura, quindi, la deputata Ciprini sull’impegno del Governo ad approfondire i temi che saranno oggetto della proposta di parere dei deputati del MoVimento 5 Stelle. Dichiara, inoltre, la disponibilità del Governo ad approfondire anche le questioni segnalate dalla deputata Albanella, con particolare riferimento a quella riguardante il Genio campale. Quanto ai precari storici della Regione Siciliana, osserva che la loro stabilizzazione è stata prevista da una legge regionale, non impugnata dal Governo che, pure, ne aveva rilevato le criticità di applicazione. A suo avviso, nel rispetto della sua autonomia, la Regione dovrebbe verificare se le disposizioni recate dallo schema di decreto possano contribuire a superare le problematicità emerse, eventualmente segnalando – come richiesto dal Governo – eventuali proposte al riguardo. Con riferimento alle questioni sollevate dal deputato Baruffi, sottolinea che sui centri per l’impiego è stato avviato un tavolo di confronto tra Governo, Province e Regioni, che ha, tra l’altro, previsto l’inserimento delle funzioni esercitate dai centri per l’impiego tra i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), i cui oneri, pertanto, sono posti a carico dello Stato. È, inoltre, in corso di redazione un atto normativo specificamente volto alla disciplina a regime delle funzioni dei centri a decorrere dal 2018. Si tratta di un passo importante che, dando certezza sulla continuità e sull’ammontare delle risorse a disposizione, permetterà ai titolari delle funzioni di prendere i necessari provvedimenti per la stabilizzazione del personale precario. Infine, assicura che il Governo condurrà i necessari approfondimenti sul tema della rappresentanza dei medici che effettueranno per conto dell’INPS le visite medico fiscali nel settore del pubblico impiego.
Walter RIZZETTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell’esame dello schema di decreto legislativo ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.10.

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