La Pubblica amministrazione è sempre più lenta a pagare le imprese fornitrici di beni e servizi: nel 2012 il tempo medio è salito a 193 giorni. Tra maggio e novembre 2012 il ritardo con cui gli Enti pubblici (Amministrazione centrale, Regioni e Province) hanno saldato le fatture alle imprese è ulteriormente aumentato di ben 54 giorni. E’ l’accusa che arriva dalla Confartigianato che da domani attiverà un Osservatorio che vigilerà sul rispetto della normativa entrata in vigore 30 giorni fa.
Alle imprese il ritardo con cui la Pubblica amministrazione salda i propri debiti rispetto ai 30 giorni stabiliti dalla nuova legge costa 2,5 miliardi di maggiori oneri finanziari.
Il rapporto di Confartigianato rivela che la Pubblica Amministrazione ha accumulato debiti commerciali per 79 miliardi nei confronti dei fornitori di beni e servizi. Di questi, 35,6 miliardi si riferiscono a debiti verso fornitori del Servizio Sanitario Nazionale, che comprende Asl, Aziende Ospedaliere, Aziende Ospedaliere Universitarie e Irccs.
A farsi attendere sono soprattutto le Asl che hanno tempi medi di pagamento di 269 giorni che però arrivano a picchi di 793 giorni in Calabria, 755 giorni in Molise, 661 giorni in Campania, 398 giorni nel Lazio, 349 giorni in Puglia, 308 giorni in Sardegna.
Nel complesso i tempi medi di pagamento delle Asl del Mezzogiorno sono di 425 giorni, più che doppi (+120%) rispetto ai 193 giorni medi delle Asl del Centro-Nord.
Il rapporto di Confartigianato mette in evidenza che nel 2011 la Pubblica Amministrazione ha acquistato beni, servizi e investimenti fissi per 167,9 miliardi, pari al 10,6% del Pil.
Più dei tre quarti (78,3%) degli acquisti della Pa per un valore di 131,5 miliardi, è determinato dalle Amministrazioni Locali, seguono le Amministrazioni Centrali con acquisti per 34 miliardi (20,3% del totale della Pa) e gli Enti previdenziali con 2,4 miliardi (1,4%). A livello regionale, dei 146,3 miliardi di euro di spesa, 98,1 miliardi sono assorbiti dal Centro-Nord (67,0%) e 48,3 miliardi dal Mezzogiorno (33,0%).
Tra il 2001 e il 2011 gli acquisti della P.A. sono saliti del 34,9%, con una incidenza sul Pil che passa dal 9,9% al 10,6%, con un incremento di 0,7 punti del Pil. A seguito delle recenti manovre di correzione dei conti pubblici si inverte la tendenza rilevata negli ultimi dieci anni e nei prossimi anni si prevede una riduzione sensibile del peso sul PIL della spesa per acquisti della Pa che passerà dal 10,9% del 2010 al 9,5% nel 2015. (LF)