Gli 80 euro di bonus in busta paga sono finiti per la grande maggioranza in bollette e spese obbligate delle famiglie e “anche guardando al 2015 solo una parte minoritaria dei percettori (29%) ritiene che i soldi in più potranno essere utilizzati per spese diverse da quelle incomprimibili”. É quanto emerge dall’ultima edizione dell’Outlook Italia elaborato dal Censis e da Confcommercio.
Secondo lo studio, “appena il 24% dei percettori intervistati ritiene che il bonus, tra maggio e settembre 2014, abbia accresciuto la capacita di spesa della famiglia mentre il 76% ritiene che l’effetto sia per ora neutrale”.
Gli 80 euro sono stati sostanzialmente utilizzati per le spese essenziali: il 60,5% lo ha utilizzato per le spese alimentari, il 55,8% anche per le bollette. Solo il 5,4% dichiara di essersi concesso qualche svago mentre il 4,1% li ha messi da parte.
Anche per il 2015 il bonus andrà essenzialmente in spese essenziali. Il 40% dichiara che non cambierà la capacità di spesa, il 31% lo utilizzerà per spese fisse come le bollette mentre solo il 29% ritiene che gli 80 euro consentirà di concedersi qualche spesa in più.
Inoltre per Confcommercio e Censis i segnali di allentamento della crisi sono sistematicamente annullati dalle difficoltà delle famiglie che non vedono migliorare la loro capacità di spesa essendo oberate da tasse, bollette e spese incomprimibili come quelle mediche.
Nel secondo semestre dell’anno il 71,8% delle famiglie (quasi 18 milioni) dichiara di essere andata in pari tra entrate e uscite mentre scende dal 14% al 9,8% la percentuale delle famiglie che riescono a mettere da parte qualcosa.
Resta stabile al 18% rispetto alla prima parte dell’anno la quota di famiglie in più seria difficoltà che non riescono a coprire le spese con il proprio reddito e che devono ricorrere a prestiti o attingere ai risparmi.
Le principali preoccupazioni economiche delle famiglie sono legate a bollette (54,2% degli intervistati), alle tasse sulla casa (49,8%) e alle spese mediche (27,3%). Lo studio sottolinea come dopo un periodo di così grave difficoltà si rischi anche una “trappola dell’autocontenimento” evidenziata dal fatto che oltre 19 milioni di famiglie (il 77% del campione) dichiara che se avesse più soldi li metterebbe da parte.