L’offerta di credito delle banche continua a ridursi e le imprese sono più penalizzate rispetto alle famiglie. È quanto rileva l’ufficio studi della Confcommercio nel rapporto “Il ritorno dell’incertezza e il ruolo del credito bancario” presentato al forum di Cernobbio.
Confcommercio sottolinea che “nel quinquennio 2011-2016 la riduzione del credito a fronte della crescita del Pil risulta ben visibile per l’Italia, mentre riguardo alla Spagna si manifesta un’evidente tendenza legata al deleveraging del settore immobiliare, con le imprese che restituiscono credito al sistema.”
“Il credito bancario – si afferma nel rapporto – si riduce non solo in termini assoluti ma anche in percentuale del Pil; il che, sembrando ormai qualcosa di consolidato, apre una stagione economica caratterizzata da minore credito a parità di livello di attività produttiva”.
Bisogna poi “evidenziare che non tutti i prenditori godono della stessa considerazione: in Italia le famiglie hanno incrementato il credito rispetto a cinque anni fa, mentre le imprese hanno perso quasi 120 miliardi di finanziamenti. Oggi il credito alle imprese in Italia è pari a circa 776 miliardi di euro, contro gli 893 miliardi di cinque anni fa.”
“Ponendo a sistema – aggiunge la Confcommercio – le caratteristiche di bassa crescita del nostro paese con la riduzione strutturale di credito bancario, appare evidente come ci si trovi dinanzi a un problema di insufficienti risorse per lo sviluppo: un problema di ardua soluzione”.
La stretta creditizia penalizza ancora le imprese italiane, che in cinque anni hanno perso quasi 120 miliardi di prestiti.
“Non tutti i prenditori – secondo il report – godono della stessa considerazione: in Italia le famiglie hanno incrementato il credito rispetto a cinque anni fa, mentre le imprese hanno perso quasi 120 miliardi di finanziamenti. Oggi il credito alle imprese in Italia è pari a circa 776 miliardi, contro gli 893 di cinque anni fa.”
“Il rapporto tra credito bancario e Pil – aggiunge l’ufficio studi – è sostanzialmente costante in Francia, mentre scende leggermente in Germania, il che fa sospettare che i criteri prudenziali di capitale secondo Basilea 3 stiano effettivamente frenando la concessione di credito da parte di tutto il sistema bancario e non solo di quello italiano (almeno nel breve termine).”