Il rapporto realizzato dall’ufficio studi della Confcommercio insieme a Isfort, presentato in occasione del II Forum Internazionale di Conftrasporto a Cernobbio, denuncia un’Italia spezzata in due nel settore della Logistica e dei trasporti.
“Il problema nel problema dell’Italia – si legge nel rapporto – è il divario tra Nord e Sud, complicato dalla frattura del Centro, una vera e propria ‘faglia’ che penalizza l’accessibilità multimodale per il trasporto di merci.”
“Nel trasporto ferroviario – prosegue il rapporto – la frattura è abbastanza netta. Poco meno di tre quarti del traffico interno nazionale avviene tra le regioni a Nord dell’Emilia Romagna. Circa il 70% del materiale rotabile(68,7% dei carri ed il 72,4% dei locomotori elettrici) è nella disponibilità di questa parte del Paese. Guardando invece alla distribuzione della rete, i rapporti sono esattamente opposti. Poco meno del 70% della Rete Ferroviaria nazionale (68,3%) si trova nelle regioni centrali, meridionali e nelle isole, mentre solo il 31,7% in quella settentrionale”.
Sul trasporto terrestre, il rapporto mette in evidenza una “rete obsoleta” e “opere mai nate” che “limitano l’accessibilità del paese”.
Per quanto riguarda invece i porti, Confcommercio-Conftrasporto vede una grande opportunità nella riforma e l’auspicio è che “apra spiragli di luce per recuperare il gap con i Paesi del Nord Europa, soprattutto sul piano dell’integrazione modale e dell’ampliamento dell’accessibilità delle circoscrizioni centrali, meridionali e insulari. Con il riordino delle autorità portuali in autorità di sistema, gli operatori ora hanno un quadro normativo di riferimento rinnovato e più efficace. La sfida sarà tradurre questa opportunità in efficienti sinergie.”
Ma la categoria degli autotrasportatori rimane pessimista. “La perdita di competitività del settore dell’autotrasporto – prosegue il rapporto – si avverte anche rilevazione del `sentiment’ delle aziende effettuata da Conftrasporto su un campione di imprese rappresentative del comparto.
Sulle prospettive future del Paese, infatti, il pessimismo degli operatori dell’autotrasporto supera di 10 punti percentuali quello espresso dalla media delle imprese italiane (41,8% contro il 31,5%)”. Un dato evidenziato dai rilevamenti di Conftrasporto nei primi 6 mesi del 2016. Tale percezione si estende anche ai fondamentali delle imprese, ovvero ricavi e occupazione.