In uno scenario “base” in cui il conflitto ucraino vedrà la fine e metà a anno e i prezzi delle materie prime cominceranno a diminuire, la crescita dell’economia italiana subirà un duro colpo, con una recessione tecnica nelle prima metà del 2022 e una crescita complessiva per il 2022 di 1,9%. E’ la previsione del rapporto del Centro Studi Confindustria, che ha ridotto di 2,2 punti percentuali la sua stima precedente di ottobre. Nel 2023 la crescita si attesterebbe all’1,6% e il ritorno dell’economia italiana ai livelli pre Covid verrebbe rinviato al primo trimestre del prossimo anno dal secondo del 2022.
Con lo shock energetico in atto l`inflazione in Italia resterà sugli alti valori attuali per gran parte del 2022 e in media si assesterà al 6,1%, con una revisione al rialzo di 4,7 punti dallo scenario di ottobre. Nel 2023 è attesa una discesa al 2,0%, “per il ribaltarsi delle due traiettorie attualmente in atto: è atteso un aumento significativo dell`inflazione di fondo anche in Italia, con un ampio ritardo, grazie al recupero del PIL; e l`esaurirsi graduale dell`impatto del rincaro di petrolio e gas sulla variazione dei prezzi al consumo energetici calcolata sui 12 mesi, anche se i livelli delle quotazioni caleranno di poco e resteranno molto alti come ipotizzato. La dinamica salariale, seppur in rialzo, non è prevista esercitare eccessive pressioni inflazionistiche”.
tn