Revisione all’insù delle stime di crescita dell’economia italiana. Relativamente alle previsioni di settembre, il Centro Studi di Confindustria ha stimato un aumento del Pil dell’1,5% nel 2017. Per ora, “il quadro delineato dal Csc a settembre viene, comunque, confermato”.
Nel dettaglio, la produzione industriale sale più dell’atteso e la forbice tra i dati qualitativi e quelli quantitativi si chiude verso l’alto. Bene anche l’occupazione che aumenta più del previsto e, diffondendo ottimismo e potere di acquisto, sostiene i consumi.
Le condizioni per investire e le commesse di beni strumentali migliorano. Il credito bancario alle imprese ha smesso di cadere, ma non sostiene il rilancio del Paese; la stretta regolatoria, di recente accentuata sulle sofferenze, fa danni. La Legge di bilancio, nella composizione e nella dimensione, agisce, invece, da supporto, mentre avrebbe potuto (ed era attesa) essere restrittiva.
Gli esiti elettorali in Germania, Austria e Repubblica Ceca ricordano che è concreto il pericolo di politiche nazionalistiche in risposta al profondo disagio sociale e alle paure in vasti strati di popolazione; in Europa ci sono evidenze aneddotiche di strisciante erosione del mercato unico. “Il voto politico italiano nel 2018 sarà un banco di prova decisivo”, ha concluso l’Associazione.
E.M.