“Siamo preoccupatissimi. Nell’immediato ci sono migliaia di persone che rischiano di non avere più un futuro se l’impianto chiuderà ad aprile, con le inevitabili tensioni sociali che ne deriveranno”. Così il presidente di Confindustria Puglia, Sergio Fontana, su ‘Il Mattino’.
Secondo Fontana, se l’azienda verrà chiusa “in questo modo” (dopo la sentenza del Tar che impone entro 60 giorni lo stop dell’area a caldo, n.d.r.), rischia di crearsi “una seconda Bagnoli”. “E chi farà il risanamento dell’area – si chiede – visto che lo Stato non ha questa capacità?”.
“Di sicuro – prosegue – la patata bollente è nelle mani del presidente Draghi e purtroppo per lui non è l’unica. Siamo di fronte a una sfida che si gioca su parecchi fronti ma la soluzione non può essere la chiusura del sito e il ritorno a casa di migliaia di persone senza lavoro, dicendo magari che poi si vede. Si vedrà cosa? E senza un piano di risanamento adeguato quale sostenibilità ambientale si potrà garantire?”. Taranto, aggiunge, “è uno degli esperimenti decisivi per il rilancio del Sud, se ce la farà Taranto ce la farà tutto il Mezzogiorno e dunque l’Italia. Ne stiamo discutendo – riferisce Fontana – con tutti gli altri presidenti di Confindustria del Sud: si lavora a un documento comune, un progetto forseper la prima volta davvero unitario per il Sud, in chiave nazionale”.
E.G.