Confindustria giudica inaccettabile il regolamento relativo al riassetto del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) approvato ieri dal Consiglio dei ministri. “Un Cnel asservito alla politica non serve a nulla”, dice l’associazione degli industriali in una nota, respingendo il “tentativo di ridimensionare il ruolo e la rappresentatività delle parti sociali nella sede istituzionale loro riconosciuta dalla stessa Costituzione, con un’azione che nulla ha a che fare con la riduzione dei costi della politica e delle istituzioni e che sembra piuttosto un avvertimento ai rappresentanti di un mondo che produce e paga le tasse, che dialoga positivamente al suo interno per lo sviluppo dell’economia e vuole esercitare in libertà e autonomia il proprio diritto di critica nei confronti della politica e del Governo”.
Nel ribadire la propria “convinta e responsabile adesione alla decisione, presa nella manovra di agosto, di ridurre il numero dei consiglieri, Confindustria non può mancare di rilevare come il regolamento del Cdm definisce una ripartizione dei consiglieri che ignora completamente quei criteri di proporzionalità previsti dalla Costituzione, laddove stabilisce che il Cnel è composto, oltre che dagli esperti, dai rappresentanti delle forze produttive in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa”. Con questo regolamento, aggiunge Confindustria, “non si fa altro che aumentare il peso dei Consiglieri di nomina politica”. (LF)
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