“Un nuovo statuo della persona da costruire tra il governo e le parti sociali”. È questa la proposta lanciata dalla segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, durante la tavola rotonda “Lavoro, nuove tutele e partecipazione nell’era dell’intelligenza artificiale” nel corso della terza giornata del XX Congresso cislino.
“Uno statuto dei diritti universali che metta al centro la persona, a prescindere dal tipo di lavoro o contratto. Oggi la vita lavorativa è sempre più fatta di transizioni, di cambiamenti, di momenti di formazione, mobilità, rischio di disoccupazione temporanea. Occorre dunque – ha detto Fumarola – uno statuto che riconosca nuovi diritti, tutele aggiornate e garanzie fondamentali a tutti, indipendentemente dal fatto che si abbia un lavoro subordinato o autonomo”.
La partecipazione è “l’elemento che deve essere al centro di questo nuovo statuto dei diritti La partecipazione dei lavoratori non è solo uno strumento organizzativo, ma prima di tutto una dimensione etica e democratica del rapporto di lavoro”.
L’intelligenza artificiale “non è il futuro, è già ampiamente il nostro presente”. Per questo “serviranno professionalità dinamiche e capacità di adattamento. Ogni lavoratore dovrà aggiornare le proprie competenze più volte nell’arco della vita lavorativa”.
“L’Italia – ha puntualizzato la leader della Cisl – purtroppo è indietro: i nostri sistemi di orientamento, formazione e ricollocamento sono ancora troppo deboli rispetto agli standard europei. Dobbiamo investire molto di più sulle politiche attive del lavoro, sull’educazione permanente, sull’accompagnare le persone nelle transizioni lavorative”.
Un altro aspetto da considerare, ha proseguito Fumarola, è l’effetto dell’intelligenza artificiale sulla produttività. “L’IA crea lavoro oltre che eliminarlo -ma si tratta di lavori diversi, per persone con competenze diverse. Anche per questo dobbiamo farci trovare preparati. Se non investiamo nelle competenze rischiamo che la produttività non cresca affatto e che i benefici dell’intelligenza artificiale vadano solo a pochi”.
Un nuovo patto accolto favorevolmente dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone. “Questa è veramente la stagione di un nuovo patto per il lavoro che coinvolga governo, istituzioni e parti sociali. E’ fondamentale fare le cose bene farle insieme e, soprattutto, avere una visione condivisa del paese”.
Calderone ha poi definito “importate il segnale dato, sia dalla parte datoriale che dalle organizzazioni sindacali, sulla trattativa per il rinnovo dell’industria metalmeccanica. Ne abbiamo tante come quella. Rinnovo l’impegno assunto dalla presidente del consiglio di sostenere attraverso provvedimenti importanti di tassazione agevolata non solo la contrattazione di secondo livello, ma anche il rinnovo dei contratti collettivi, soprattutto quelli scaduti da più tempo”.
Altro segnale importane sottolineato dalla titolare del Lavoro è il rilascio dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale, per l’ex Ilva. “ Vogliamo continuare a fare acciaio, ad avere un’azienda strategica, ovviamente in sicurezza”
Durante il dibattito è intervenuto in video collegamento Alec Ross, esperto di politiche tecnologiche alla Bologna Business School, che ha fortemente criticato il ruolo dell’Europa sull’intelligenza artificiale, un ruolo da arbitro in una partita tra Usa e Cina. “Ma per l’arbitro – ha ricordato – non c’è nessuna coppa”.
“Le 376 pagine dell’IA Act sono carta straccia – ha detto – che non offrono nessuna protezione per i diritti ma creano solo ulteriore burocrazia. E mentre i giganti del tech hanno eserciti di avvocati per destreggiarsi tra le norme e gli obblighi della normativa europea non è così per le piccole e medie imprese, che sono il cuore del tessuto produttivo italiano”. La ricetta per Ross è una sola: investire nella formazione.
Nell’analisi offerta da Alessandro Aresu, scrittore e consulente scientifico di Limes, si pone in luce il fatto che l’intelligenza artificiale deve essere vista come una qualsiasi altra filiera industriale, con dei processi produttivi “ed è all’interno di questi processi che noi dobbiamo stare. Se pensiamo all’IA solo come dal punto di vista del software ne siamo esclusi”.
Per capire come l’intelligenza artificiale possa concretamente aiutare il mondo del lavoro c’è il caso Saipem. Con un accordo sottoscritto a febbraio del 2024 sono state introdotte le smart cameras. “Sono telecamere – ha spiegato Massimiliano Branchi, direttore delle risorse umane, organizzazione e servizi – sperimentate per la prima volta nei grandi cantieri nel deserto saudita dove la supervisione ai fini della salute e della sicurezza era molto difficile”.
Queste telecamere raccolgono immagini che vengono inviate a un programma di intelligenza artificiale che le analizza ed è in grado dire se i comportamenti attuati non sono giusti, se i dpi sono correttamente indossati etc. “In Italia con i sindacati Saipem è arrivata a questo accordo per tutelare la privacy dei lavoratori, e non per punire ma per spiegare ai lavoratori dove stanno sbagliando”.
Intelligenza artificiale che è ormai una realtà nell’Inail, come ha affermato il presidente Fabrizio D’Ascenzo. L’IA trova applicazione in robot umanoidi, in esoscheletri riabilitativi o collaborativi per il lavoro, in indumenti capaci di rilevare la temperatura esterna e quella corporea per evitare che il lavoratore possa incorrere in incidenti.
Tommaso Nutarelli



























