Pene più severe, con multe da 400 a 3 mila euro, per chi non rispetta i divieti, con la possibilità, per le Regioni, di mettere in campo misure anche più restrittive rispetto a quelle del governo, che comunque garantirà coordinamento ed omogeneità su tutto il territorio nazionale. Sono le principali novità contenute nel nuovo decreto che il Consiglio dei ministri ha approvato oggi.
Presentando il dl in una video-conferenza stampa, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato, innanzitutto, che non è previsto che le misure di contenimento arrivino fino al 31 luglio, data di scadenza dello stato di emergenza deciso nel gennaio scorso. “Confidiamo di rimuovere le misure molto prima – ha detto – siamo pronti in qualsiasi momento, ci auguriamo prestissimo, per allentare la morsa delle misure e siamo fiduciosi che ben prima della scadenza si possa tornare al nostro stile di vita”.
Il premier si è detto “soddisfatto” e “orgoglioso” della risposta dei cittadini, che per la “stragrande maggioranza” sta rispettando le norme. Però occore una ulteriore stretta e per questo sono state aumentate le sanzioni previste per i trasgressori, con multe che andranno dai 400 ai 3 mila euro. Per attuare i controlli, ha aggiunto, “ben venga” il contributo dell’esercito ma senza una “militarizzazione” delle città, dato che “il lavoro delle forze dell’ordine è molto efficace”.
Con il decreto, il governo punta anche a dirimere il tema dei rapporti, non sempre facili, con le Regioni. “Lasciamo – ha spiegato – che i presidente delle Regioni e le Province autonome possano adottare, nell’ambito delle loro competenze, anche misure più restrittive, più severe, ma ovviamente rimane la funzione di coordinamento e di omogeneità assicurata dagli interventi del governo”. Naturalmente, ha detto, “non possiamo che procedere in pieno accordo”.
Altro tema che aveva suscitato polemiche è quello relativo al ruolo del Parlamento, che fino a questo momento non è intervenuto visto l’uso dello strumento dei Dpcm. “Ogni decreto, ogni iniziativa governativa – ha garantito – sarà trasmessa ai presidenti delle Camere e si prevede che io, o un ministro delegato, vada a riferire periodicamente, ogni quindici giorni, sulle misure adottate al Parlamento, in modo da consentire che anche il Parlamento possa seguire continuamente ed essere edotto sulle misure adottate”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Conte ha anche auspicato che rientrino le minacce di sciopero, che “in questa fase il Paese si può permettere”, anche da parte dei benzinai.
Per i sindacati, ha detto, “la porta di Palazzo Chigi è sempre aperta” e “sono convinto che non arriveremo a questo, ho visto grande senso di responsabilità e un forte senso di comunità”. In particolare per quanto riguarda i distributori di benzina, ha anticipato, “è in arrivo una ordinanza del Ministero che modulerà l’orario di apertura delle stazioni di servizio per assicurare i rifornimenti”.
“I risultati ci sono. La situazione è drammatica ma stiamo reagendo in modo efficace rispetto alla situazione di partenza”, ha concluso il premier, secondo cui “questa prova difficilissima ci renderà migliori”.
E.G.