È stato sottoscritto un Protocollo d’intesa di contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura in Puglia. L’intesa vede impegnati insieme la Regione Puglia (Assessorati all’Agricoltura, alle Politiche per il Lavoro, Arpal), l’Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail, i sindacati di categoria territoriali Flai Cgil, Fai Cisl, Uila e le associazioni datoriali Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Legacoop e Confcooperative. I vari enti territoriali, insieme alle parti sociali, collaboreranno tra loro mettendo in comunicazione le varie banche dati a loro disposizione, per consentire una migliore azione di contrasto e di repressione del caporalato ma anche di prevenzione.
In particolare, il protocollo si concentra su vari aspetti, come il miglioramento della legalità e della sicurezza nei luoghi di lavoro agricolo; il rafforzamento del raccordo tra istituzioni, enti di vigilanza e parti sociali; il favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per combattere il lavoro sommerso; l’attuazione di un monitoraggio costante e capillare delle condizioni occupazionali; la promozione della cultura del lavoro regolare, a vantaggio delle aziende virtuose e dei lavoratori stagionali.
Per avviare questo progetto servirà un coordinamento tra tutte le parti e l’Arpal Puglia (L’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro) si assumerà la funzione di cabina tecnica, mentre l’Assessorato all’Agricoltura della Puglia, di concerto all’Assessorato con Politiche per il Lavoro, prenderà le redini dell’indirizzo politico. Si costituirà un comitato tecnico, presieduto da tutti i firmatari del protocollo, che si dovrà riunire semestralmente e presentare una relazione annuale sugli sviluppi del fenomeno del caporalato e del settore agricolo in generale.
“I presupposti sono positivi – ha precisato il segretario generale della Fai Cisl Puglia Antonio La Fortuna, sentito da Il diario del lavoro – aspettiamo nei prossimi giorni di essere convocati per definire tecnicamente come vogliamo organizzarci. Serviranno regole chiare, concrete e condivise per riuscire in questo progetto. Il sindacato nel frattempo farà la sua parte e continueremo a spingere le aziende a entrare nella rete del lavoro agricolo di qualità – ha sottolineato il sindacalista – inoltre questo strumento potrà contare sul contributo dei nostri Enti Bilaterali Agricoli Territoriali, che possano giocare un ruolo determinante anche da un punto di vista operativo e tecnico.”
L’idea dunque è di unire le forze politiche e sociali per debellare la piaga del caporalato e dello sfruttamento del lavoro agricolo in Puglia e la firma del protocollo è un primo passo in questa direzione. L’accordo rivelerà tutta la sua potenzialità se le parti riusciranno in futuro a farne un secondo di passo, cioè a realizzare nella pratica quanto scritto nell’intesa. Per esempio è interessante il progetto di fare comunicare tra loro le varie banche dati territoriali: come risultato si otterrebbe una fotografia più ampia e nitida della struttura del caporalato in Puglia e di conseguenza si avrebbe una maggiore efficacia sia nella repressione capillare del fenomeno che di sostegno ai lavoratori sia sfruttati che in difficolta. “Quando parliamo di lavoro agricolo ricordiamoci che spesso stiamo parlando di persone straniere – spiega il sindacalista – e di frequente non riescono a tradurre il contratto nella loro lingua. Quindi anche i lavoratori in regola hanno le loro difficoltà, ignorando quali siano i loro diritti o le tutele aggiuntive come l’assistenza sanitaria complementare”.
Inoltre questo modello, se andasse in porto, potrebbe diventare un esempio virtuoso sia per le altre Regioni che per il Governo. Guardiamo per un attimo il lavoro agricolo su scala nazionale: nel 2024 il Dl agricoltura ha previsto il sistema unico dei controlli (per garantire l’incrocio tra le banche dati di tutti gli enti e la banca dati degli appalti), ma la misura non si è ancora concretizzata. Il tutto è rimasto sulla carta e non è stato fatto il secondo passo ovvero, come ricordava in una intervista a Il diario del lavoro la segretaria generale della Uila, Enrica Mammucari, manca sia il decreto attuativo che la presenza delle istituzioni. Infatti, per confrontarsi sul merito le parti sociali dovrebbero sedersi intorno a un tavolo Interistituzionale con il governo ma a oggi non è ancora stato convocato.
In conclusione, bisognerà vigilare per capire se dalle parole si passerà ai fatti. Il prossimo tavolo di incontro non è stato calendarizzato ma secondo La Fortuna dovrebbe esserci a stretto giro un nuovo incontro. “Bisogna recuperare il lavoro svolto negli anni dalle Sezioni Agricole, istituite presso le Inps Territoriali, che vanno potenziate e rese maggiormente operative. I contenuti di questo protocollo – conclude il segretario generale Fai Cisl Puglia – saranno tutti da misurare, in un quadro certamente innovativo. Come parti sociali abbiamo dato piena disponibilità per collaborare tutti insieme. Questa compagine nuova ci fa sperare che si possa affrontare il fenomeno con una attenzione e una determinazione differente dal passato.”
Emanuele Ghiani



























