La relazione del presidente della Covip, Mario Padula, illustrata alla Camera “conferma una gestione positiva dei fondi pensione negoziali, cioè i fondi di previdenza complementare istituiti dalla contrattazione tra le parti sociali”. Così il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli.
“Pur in un periodo caratterizzato dall`emergenza pandemica – sottolinea il dirigente sindacale – i fondi negoziali hanno fatto registrare una crescita di adesioni, una buona valorizzazione del risparmio previdenziale dei lavoratori, in un contesto caratterizzato da costi gestionali di gran lunga inferiori agli altri prodotti previdenziali”.
Ghiselli aggiunge che “la relazione evidenzia però anche alcuni elementi critici che da tempo come sindacato abbiamo chiesto di affrontare, come la scarsa adesione dei settori poco sindacalizzati, nelle piccole imprese, dei giovani, delle donne, e la necessità di rafforzare l’educazione previdenziale delle persone. Per questo – conclude – è importante che il tavolo sulla previdenza, che ancora il ministro Orlando non si decide a convocare, affronti questi temi e consenta di offrire una tutela reale a milioni di lavoratori”.
Dalla relazione annuale della Covip “spicca come il sistema dei fondi pensione, con particolare riguardo a quelli di natura contrattuale, abbia reagito bene alla crisi determinata dalla pandemia da Covid 19. La capacità dei fondi pensione di adattare tempestivamente il modello organizzativo, il contenuto utilizzo da parte degli iscritti ad anticipazioni e riscatti, il veloce recupero dei rendimenti finanziari, l’incremento delle iscrizioni e i bassi costi sono l’ennesima riprova che il modello dei fondi pensione negoziali italiani funziona e per questo deve essere sostenuto e supportato”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.
“Concordiamo con la Covip che sarebbero necessari interventi di carattere fiscale per favorire le iscrizioni dei giovani perché questi insieme con le donne – sottolinea – sono sicuramente i soggetti che avranno più bisogno di previdenza complementare per sostenere la futura pensione. Tuttavia è evidente che il problema del minore tasso di adesioni e dei contributi versati non può prescindere dai problemi della struttura del mercato del lavoro e delle retribuzioni. Bisognerà inoltre mettere in atto le azioni necessarie perché l’arrivo dei Peep (piani di previdenza integrativa europei) e le regole fiscali a questi applicate non rischino di compromettere l’efficacia del nostro modello”.
La relazione annuale Covip “conferma la bontà dei fondi pensione italiani”. Lo dice il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. “Anche nel 2020, nonostante la drammatica pandemia, i fondi pensione, in particolare quelli negoziali, hanno dato rendimenti superiori al Tfr in azienda – sottolinea – per la Uil è necessario riaccendere i riflettori sulla previdenza complementare attraverso una campagna di informazione istituzionale e un nuovo semestre di silenzio assenso”.
L`obiettivo, aggiunge il sindacalista, “deve essere quello di incrementare l`adesione ai fondi, soprattutto tra le donne e i giovani, poiché la previdenza complementare oltre a essere una necessità è una vera e propria opportunità per i lavoratori”.
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