“Ce l’abbiamo fatta”. Così, dopo mesi di braccio di ferro e all’approssimarsi dell’ennesima deadline di inizio agosto, il presidente Usa Donald Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, annunciano l’accordo tra Stati Uniti e Unione Europe sui dazi commerciali al 15% per la maggior parte delle esportazioni Ue verso gli Usa. Dazi a zero sugli scambi di alcune limitate categorie – come aeronautica e alcuni microprocessori -, ma anche l’impegno dei Paesi Ue a importare complessivamente 750 miliardi di energia dagli Usa su tre anni, e a investirvi 600 miliardi di dollari. Lo hanno annunciato il presidente Usa Donald Trump e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con una conferenza stampa congiunta al termine della bilaterale oggi in Scozia. Un incontro preceduto da un rush finale di negoziati nelle ultimissime ore delle delegazioni tecniche, “paracadutate” nel resort di golf di proprietà di Trump dove si è svolto l’incontro.
“Il punto partenza è stato che non c’era un equilibrio” negli scambi che “volevamo riequilibrare”, afferma von der Leyen ringraziando i team e il presidente Usa per l’accordo e la disponibilità a trattare. L’accordo, prosegue, “crea certezza in tempi incerti. Assicura stabilità e prevedibilità per cittadini e imprese di entrambi i lati dell’Atlantico. Abbiamo stabilizzato su un unico dazio al 15% per la maggior parte delle esportazioni, tra cui auto, semiconduttori e farmaceutica e questo 15% è un chiaro tetto include tutto”. L’Ue ha anche avuto garanzie rispetto a possibili ulteriori sviluppi nel settore farmaceutico: “è stato concordato un dazio del 15%, qualunque siano le decisioni future del presidente degli Stati Uniti a livello globale”, ha detto.
“Abbiamo anche concordato dazi a zero su una serie di prodotti strategici, tra cui aerei e le componenti aeronautiche, alcuni prodotti chimici, alcuni semiconduttori, alcuni prodotti agricoli, alcune risorse naturali e continueremo a lavorare per aggiungere altri prodotti a questa lista”, ha proseguito.
Su acciaio e alluminio, su cui pesa ancora un dazio del 50%, Unione Europea e Stati Uniti fronteggiano la sfida comune dell’eccesso di capacità produttiva (globale). “Lavoreremo insieme per assicurare una concorrenza globale equa e per ridurre le barriere tra di noi, i dazi saranno ridotti e verrà allestito un sistema di quote”. Vaghezza, però, se se su acciaio e alluminio i dazi saranno al 15% o a quale livello, né a quanto ammonteranno queste quote.
Per parte sua Trump ha rivendicato come un successo gli impegni plurimiliardari della Ue ad acquistare energia Usa e a investire negli Usa, sparando subito le cifre totali (Von der Leyen poi ha puntualizzato che l’import di energia è da 250 miliardi l’anno, resta non chiaro se si tratti di dollari o euro, domani ci saranno chiarimenti tecnici da parte della Ue).
Trump ha poi ha messo in risalto anche due settori merceologici chiave su cui rivendica maggiori aperture da parte della Ue. “Le auto (Usa) fondamentalmente non erano permesse” nell’Unione, ha sostenuto. “Ma noi abbiamo delle auto pazzesche. Dei pick-up e dei Suv, abbiamo ottime cose penso che gli europei avranno una certa diversificazione che li renderà felici. La seconda è l’agricoltura, per gli allevatori. E facciamo tutto in stretto coordinamento con la presidente” della Commissione Ue. Non è chiaro anche qui cosa significhi esattamente questa apertura Ue ai prodotti agricoli Usa.
“E loro verranno nel nostro Paese con grande vigore, penso che faranno tanti soldi con noi. E questo porterà tanta unità e amicizia e funzionerà molto bene”, ha detto Trump. “Penso che sarà un grande accordo per entrambe le parti. Penso che i vostri Paesi saranno molto contenti”.
Sui microprocessori, poi, se “tanti Paesi” stanno spostando le loro produzioni negli Stati Uniti per evitare i dazi commerciali, l’accordo appena raggiunto tra con l’Europa “è molto migliore e penso molto più redditizio – ha detto Trump -. Avrà tanti benefici da questo, che è stato un negoziato molto interessante”.
Secondo Von der Leyen il 15% di dazio base concordato sulla maggior parte delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti “era il meglio che potevamo raggiungere”. “Il negoziato è stato molto difficile, perché abbiamo iniziato da posizioni molto lontane entrambi. E’ stato duro – ha aggiunto – equo, ma è stato duro”.
“Il Governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all’Occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili”. Lo dichiarano con un comunicato congiunto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini. “La soluzione negoziata è un risultato a cui le Istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l’Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell’Atlantico”.
Dopo l’accordo Ue-Usa piazza Affari parte in territorio positivo, con il Ftse Mib in rialzo dello 0,62%. A Milano spicca Stm +2,62% seguita da Stellantis +2,43%. Leonardo cala -1,87% mentre Pop Sondrio lascia sul parterre più di mezzo punto quando ormai la banca valtellinese viaggia verso la fusione con Bper (+1,15%).
A Francoforte il Dax scivola dello 0,3% mentre Parigi e Milano sono in rialzo dello 0,21% e 0,7%. Madrid risulta in calo dello 0,13%, mentre l’Euro Stoxx 600 perde lo 0,29%.




























