Stati Uniti e Unione Europea si stanno avvicinando ad un possibile accordo che livellerebbe i dazi sulle importazioni Usa dall’Europa al 15%, ma tutto è ancora in gioco e dipende dagli umori del presidente Donald Trump: “Se l’Unione Europea accetterà di aprire alle imprese Usa, abbasseremo i dazi”, ha annunciato ieri a Washington.
Ma nel frattempo a Bruxelles è cambiato l’equilibrio del posizionamento dei Paesi Ue su un aspetto chiave nell’ipotesi invece di non accordo: quello del ricorso al cosiddetto “bazooka”, lo strumento “anti coercitivo” della Ue che accorderebbe una serie di poteri alla Commissione per intervenire in maniera aggressiva su questo contenzioso. E, per l’appunto, i paesi dell’Unione europea hanno approvato “con una schiacciante maggioranza” le contromisure che la Commissione propone per l’ipotesi di un mancato accordo sui dazi commerciali con gli Usa. Lo ha riferito un portavoce della Commissione, Olof Gill, puntualizzando che al momento “l’Ue continua a impegnarsi intensamente con gli Usa a livello tecnico e politico sul negoziato su cui ci siamo focalizzati”. Una lista di contromisure “è stata proposta dalla Commissione e votata dai nostri Stati membri con una maggioranza schiacciante. Sarà adottata oggi. Non posso dire se questa lista verrà usata o no, posso ripetere che il nostro focus è negoziare con gli Usa”.
Le contromisure entreranno automaticamente in vigore il 7 agosto, se l’esito del negoziato non accadrà prima di allora. “Ovviamente – ha precisato Gill – siamo pronti a sospenderle se necessario”, poiché l’Ue resta comunque focalizzata sui negoziati per trovare un accordo con gli Usa”.
A far mutare gli equilibri sarebbero state le ultime mosse di Washington, in particolare la minaccia da parte del presidente Usa di alzare i dazi al 30% sull’import dalla Ue in caso di mancato accordo entro il primo agosto. Precedentemente solo la Francia era a favore di una linea negoziale più aggressiva e in particolare sul dispiegamento del “bazooka”.
L’eventuale accordo su dazi al 15% comporterebbe un miglioramento rispetto alla situazione attuale (da aprile) soprattutto per le auto (oggi sottoposte a dazi Usa del 50%) e acciaio e alluminio (che oggi pagano il 25%). Per il resto dell’export Ue verso gli Usa sarebbe sostanzialmente mantenere lo status quo, rileva il Financial Times: attualmente un dazio Usa del 10% che si aggiunge a quelli pre esistenti a questa diatriba commerciale, che in media erano del 4,8%.