“Il governo non intende smantellare la chimica in Italia. Pur nel rispetto dell’autonomia gestionale dell’Eni, seguiremo con attenzione gli sviluppi del piano affinché si realizzi un progetto solido che dia prospettive di crescita e occupazionali”. Sono queste le parole pronunciate ieri dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, durante l’incontro interlocutorio svoltosi ieri al Mise con i vertici della controllata Eni Versalis e i leader dei sindacati confederali e di categoria (Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil), al termine del quale è stato deciso di aprire un tavolo di confronto al ministero “sulle prospettive della chimica in Italia, alla luce dei piani di valorizzazione di Eni su Versalis e delle eventuali partnership”. Al termine del confronto, il ministro si è quindi impegnato a “valutare le opportunità che assicurino prospettive alla chimica, un settore strategico per il Paese”.
Queste parole, però, non sono bastate a far cambiare idea ai sindacati, che hanno confermato lo sciopero nazionale di 8 ore in tutti gli stabilimenti del gruppo, già indetto per il 20 gennaio, e la cui maggior preoccupazione rimane quella relativa alle voci sul possibile ingresso nel capitale di Versalis del fondo Usa Sk Capital che, a detta di Cgil, Cisl e Uil, non darebbe sufficienti garanzie rispetto agli investimenti.
“La mobilitazione continuerà – ha detto la numero uno della Cgil, Susanna Camusso – Eni non ha assunto nessun significativo impegno rispetto ai temi fondamentali che abbiamo proposto, cioè il destino della chimica e della chimica verde in questo Paese”. Camusso ha considerato comunque “una notizia positiva il mantenimento di un tavolo” al Mise che “potremmo interpretare come la volontà di mettere qualche paletto in più rispetto a quelli di Eni”.
Per Paolo Pirani, leader Uiltec, l’incontro “non ha introdotto sostanziali elementi di novità”, mentre, per il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina, “l’incontro è stato interlocutorio. La chimica è una industria irrinunciabile per l’Italia e il governo ha confermato questo interesse”.
“La cessione di una parte consistente di Versalis ad un fondo privato ci sembra una vera e propria ‘fuga’ dalla chimica, un ridimensionamento drastico della presenza italiana in un comparto basilare per l’intero tessuto produttivo nazionale, foriero di conseguenze negative per lo sviluppo di una seria politica industriale. Chiediamo ad Eni e al Governo, in qualità di azionista di controllo, di fare un passo indietro”, ha inoltre dichiarato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, confermando l’impegno della Confederazione per la mobilitazione dei lavoratori. “Non sono emerse solide garanzie sull’operazione di vendita della prima società chimica italiana – aggiunge – né tantomeno sulla volontà di portarne avanti i progetti industriali, a partire dalla chimica verde”.
Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, il segretario generale della Uil, Carmelo
Barbagallo e il segretario confederale della Cisl, Giuseppe Farina e il segretario generale della Filctem Cgil, Emilio Miceli, in un comunicato unitario, hanno spiegato: “La nostra posizione era ed è chiara ed esplicita: siamo contrari alla ricerca di una partnership per Versalis, tutta orientata
verso fondi speculativi che hanno interesse, per loro stessa natura, ad investimenti con ritorno a breve per i loro investitori. SK Capital è un fondo speculativo, per di più di piccole dimensioni, che fin qui ha fatto acquisizioni e partecipazioni per cifre irrisorie. Abbiamo confermato la nostra preoccupazione che SK Capital possa trasferire il debito dell’acquisizione sulle spalle di Versalis, pregiudicandone definitivamente la possibilità di mantenere gli investimenti previsti dal piano industriale stesso di Versalis. Abbiamo ancora ricordato ai nostri interlocutori che SK Capital ha escluso il mantenimento degli investimenti volti alla riconversione in ‘chimica verde’ di alcuni
impianti quali Porto Marghera e Porto Torres.
Dal canto suo, l’Eni ha confermato l’importanza del piano di trasformazione di Versalis, che nel breve termine ha consentito di riportare il comparto di business, in profondo rosso ormai da anni, a registrare risultati positivi già a partire dai primi 9 mesi del 2015. I vertici di Versalis hanno quindi ribadito che sulla chimica non c’è alcuna volontà di smantellamento, ma una trasformazione centrata sulla focalizzazione in specialities e sull’efficientamento della macchina, affiancata dalla ricerca di un partner che assicuri al business la ‘benzina’ necessaria a sostenere il piano di investimenti (1,2 miliardi in tre anni). Un’alleanza strategica, dunque, che, come ha ribadito più volte il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, dovrà rispettare determinati paletti: la conferma del piano di investimenti, il mantenimento del perimetro industriale per almeno cinque anni, il mantenimento dei livelli occupazionali per almeno tre anni, la conferma della società italiana con sede in Italia.