È stata depositata stamani presso la cancelleria della sezione lavoro del Tribunale di Torino la sentenza del giudice Vincenzo Ciocchetti sull’accordo per Fabbrica Italia Pomigliano. È stato lo stesso giudice a consegnarla di persona alle parti in causa, i legali del gruppo Fiat e della Fiom Cgil.
La sentenza aveva riconosciuto la validità dell’accordo per Fabbrica Italia Pomigliano ma, allo stesso tempo, aveva dichiarato antisindacale il comportamento della Fiat ordinando la riammissione della Fiom all’interno delle rappresentanze sindacali dell’azienda.
Il datore di lavoro deve mantenere un atteggiamento di “neutralità” rispetto alle scelte di tutti i sindacati con cui tratta, afferma il giudice Ciocchetti nel motivare la decisione di censurare il Gruppo Fiat per condotta antisindacale nei confronti della Fiom.
Quando si verificano situazioni di “lacerazione dell’unità sindacale”, come quella che ha caratterizzato la vicenda Pomigliano, “è senza dubbio preciso dovere del datore di rispettare le scelte” dei diversi sindacati “senza schierarsi in favore di alcuno di essi”.
Secondo il giudice Vincenzo Ciocchetti la Fiom Cgil non è stata esclusa dalle rappresentanze sindacali di Fabbrica Italia Pomigliano “per carenza di requisito rappresentativo, bensì dall’essere essa in posizione di dissenso rispetto alle nuove pattuizioni che regolano il rapporto di lavoro”. Con questa motivazione il giudice ha disposto il reintegro della rappresentanza della Fiom all’interno della nuova azienda del Gruppo Fiat.
“La ratio dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori – argomenta il giudice – è quella di elidere le organizzazioni sindacali che nell’unità produttiva abbiano unicamente una rappresentanza presunta e non invece un ruolo sul piano dell’effettività dell’azione sindacale. Tale ruolo – conclude la sentenza – risulta invece senza dubbio sussistente nel caso in esame in capo a Fiom Cgil, come emerge del resto dall’esito referendario”.
“Grande apprezzamento per una sentenza che argomenta in modo approfondito e conferma senza incertezze la piena validità degli accordi di Pomigliano” è stato espresso dal collegio di difesa della Fiat sulle motivazioni della sentenza del Tribunale di Torino sul ricorso Fiom contro l’accordo di Pomigliano.
Per il collegio però, la dichiarazione di antisindacalità contenuta nella sentenza sugli accordi di Pomigliano si poggia “su basi incerte ed astratte”.
I legali Fiat, in una nota, affermano che “la motivazione si pone in aperto contrasto con l’attuale testo dell’art. 19 dello Statuto dei Lavoratori, norma di legge che attribuisce il diritto di costituire rappresentanze sindacali solo alle organizzazioni sindacali che abbiano sottoscritto contratti collettivi applicati in azienda e che quindi si pongono in una responsabile dialettica con l’impresa. E ad oggi – sottolineano – la Fiom non è tra queste”.
Per il collegio di difesa della Fiat, “continua a essere sorprendente anche che una vertenza che riguarda i lavoratori di Pomigliano sia stata trattata e decisa dal Tribunale di Torino, a maggior ragione considerato che, sulla base dell’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, unico giudice competente è quello di Nola, luogo in cui, anche secondo la motivazione, si sarebbero determinati i fatti lamentati dall’organizzazione sindacale”.
Soddisfatta la Fiom: “La Fiat è stata condannata per attività antisindacale, non può usare i contratti per escludere dalla rappresentanza sindacale i lavoratori che dissentono e la Fiom». Così Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom, commenta le motivazioni della sentenza del Tribunale di Torino.
“Noi della Fiom – afferma Airaudo – potremo nominare, e li faremo prima eleggere dai lavoratori, i nostri delegati. L’obiettivo di escluderci è fallito. Manteniamo invece un parere diverso dal Tribunale di Torino sulla validità dell’accordo di Pomigliano come sostitutivo del contratto nazionale. Ci riserviamo, sentito il nostro collegio di legali, di impugnare questa parte della sentenza. Spero che in Fiat si chiedano quale utilità abbia avuto fino ad oggi dividere i lavoratori e i sindacati”. (FRN)


























