Ripensare a un modello di sviluppo. Con queste parole Claudio Di Berardino, segretario generale Cgil di Roma e Lazio, ha aperto la conferenza stampa di questa mattina, convocata per spiegare alcune proposte del sindacato per riformare la pubblica amministrazione, che, a partire da Roma Capitale, “ruotano intorno alla trasparenza, legalità e lavoro”.
Per Di Berardino, è necessario riorganizzare il lavoro “non inteso come una mera politica di tagli”, ma con una capacità di gestire i ruoli e le competenze dei lavoratori, in modo tale da rendere più efficiente il lavoro nel suo complesso e di conseguenza anche il sistema burocratico e amministrativo: “ad esempio la rotazione del personale – ha spiegato il segretario – va attuata mediante la contrattazione, non con i soliti atti unilaterali”. Puntare sulla formazione “pratica purtroppo poco usata, che aumenterebbe la qualità del lavoro e di conseguenza un vantaggio non solo per i lavoratori ma per la collettività”.
Sul fronte degli appalti, il sindacato di categoria punta alla realizzazione di una sola stazione appaltante, “invece che l’attuale centinaio”, con un organismo di controllo che renda trasparente per i cittadini lo svolgersi dei lavori ed evitare al contempo la corruzione. Tra le altre proposte, Di Berardino ha sottolineato l’importanza dell’integrazione tra Ama e Acea, il recupero delle periferie e una rivisitazione del Fisco, “considerato che Roma ha le tasse più alte d’Italia”.
Rispetto all’inchiesta Mafia Capitale, e alle polemiche, innescate dal premier Renzi, sulla capacita’ di Ignazio Marino di gestire la situazione, per Fp Cgil è fondamentale che l’amministrazione comunale ascolti il sindacato, per poter insieme migliorare la cosa pubblica, poiché il sindaco “non può fare tutto da solo”. Inoltre, l’attuale politica del sindaco per Di Bernardino “se continua così, non serve”.
Infine, se niente dovesse cambiare, il sindacato prenderà le contromisure necessarie: “Il nostro mestiere è la contrattazione – ha spiegato il segretario Cgil di Roma e Lazio – il che significa anche mobilitazione nel caso in cui non otteniamo risposte”.
Emanuele Ghiani