I dati sull’andamento della disoccupazione in Spagna nello scorso mese di gennaio, che segnano un aumento degli iscritti nelle liste di collocamento di più del doppio della media mensile durante gli ultimi quindici anni, hanno destato preoccupazione oggi fra gli analisti economici locali.
Secondo le cifre ufficiali del ministero del Lavoro di Madrid, nello scorso gennaio poco meno di 77 mila persone si sono iscritte nelle liste di collocamento, il che significa un aumento del 4,88% rispetto a dicembre, il più alto da quando è al potere il Partito Popolare del premier Josè Maria Aznar e porta la percentuale nazionale di disoccupati al 9,68% della popolazione attiva.
Il dato sulla disoccupazione, sostengono gli analisti, preoccupa sopratutto perchè il 2001 è stato il primo anno da quando governa il Pp, ossia dal 1996, in cui la disoccupazione è aumentata in Spagna, e come indica il giornale ‘El Pais’ “l’inizio del 2002 non sembra puntare a un cambio di tendenza”.
Il vicepremier e ministro dell’Economia, Rodrigo Rato, ha concesso oggi che le cifre sulla disoccupazione “non sono un dato positivo”, ma ne ha minimizzato l’impatto, ponendole nel contesto dell’economia europea attuale.
“Continuiamo a creare lavoro, mentre i nostri vicini non lo fanno”, ha segnalato Rato alla stampa, sottolineando che “la congiuntura mondiale ci permetteranno di recuperare posti di lavoro durante l’anno in corso, grazie alla competitività delle nostre esportazioni”.
Il ministro ha aggiunto che “siamo in una situazione internazionale che ovviamente influisce su di noi, anche se questa influenza è sostanzialmente minore a quella subita da altri paesi, e stiamo crescendo al di sopra della media europea”.
I sindacati, però, non la pensano così: Maru Menendez, responsabile della confederazione Ugt a Madrid -una delle regioni più colpite dall’aumento della disoccupazione- ha chiesto al governo di “finirla con il suo discorso trionfalista per mettersi finalmente al lavoro per cercare di affrontare il problema sociale più grave che abbiamo in questo momento”.
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