Due anni di esonero al 100% per il versamento dei contributi previdenziali e assicurativi, per un limite di 3mila euro l’anno, per chi assume (o trasforma) a tempo indeterminato assistenti di anziani over 80. È quanto prevede il decreto legge sul Pnrr approvato dal Consiglio dei ministri.
“Al fine di promuovere il miglioramento del livello qualitativo e quantitativo delle prestazioni di lavoro, di cura e di assistenza in favore delle persone anziane non autosufficienti – si legge nel testo -, a decorrere dal 1 aprile 2024 e fino al 31 dicembre 2025, in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani, con una età anagrafica di almeno ottanta anni, già titolari di indennità di accompagnamento, è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi un esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di lavoro domestico, nel limite massimo di importo di 3.000 euro su base annua”.
Al nuovo bonus possono accedere i nuclei familiari con Isee in corso di validità fino a 6mila euro. L’esenzione non è concessa se risulta cessato un rapporto di lavoro tra il badante e la famiglia che accede allo sgravio da meno di sei mesi. Esclusa anche l’assunzione di parenti o affini tranne in caso di invalidi, ciechi o religiosi.
Duro il giudizio della Cgil nazionale, che in una nota congiunta con la Filcams Cgil e lo Spi Cgil, bolla la misura come “operazione di facciata buona per la propaganda”.
“Innanzitutto – spiegano – per l`estrema esiguità delle risorse stanziate, di cui nel biennio 2025-2026 potrà beneficiare una platea estremamente ridotta, che va da 13 mila a 19 mila persone a fronte di 3,8 milioni anziani non autosufficienti di cui almeno un milione assistito da assistenti familiari”.
Per la Cgil “occorre investire con un progressivo, certo, strutturale e ben più consistente incremento dei fondi sanitari e sociale per sostenere l’assistenza per milioni di persone non autosufficienti e le loro famiglie”.
“Inoltre – proseguono – se la misura è pensata per contrastare il lavoro irregolare e favorire l`emersione, non si comprende la ragione di limitarla ai soli ultraottantenni”.
“Da evidenziare la contraddittorietà delle scelte del Governo che introduce (per pochissimi) la decontribuzione dopo aver escluso le lavoratrici domestiche madri dal taglio del cuneo fiscale”.
Per Cgil, Filcams e Spi “va infatti ricordato che chi svolge lavori di cura e assistenza alle persone anziane è solo una parte del mondo del lavoro domestico per il quale sarebbe necessaria un`attenzione ben diversa di quella spot contenuta nel decreto PNRR”. Va poi ricordato – aggiungono in conclusione – che da tempo le Organizzazioni sindacali e le associazioni delle famiglie chiedono al Governo di affrontare insieme il tema del lavoro di cura e assistenza familiare. Ennesima occasione mancata”.
e.m.