La crisi morde anche i giganti delle Tlc. Dopo Telecom, che il 22 febbraio scorso ha dichiarato 5.500 esuberi per il biennio 2013/2014, anche Vodafone Italia prevede una riduzione dell’occupazione, pari a 700 unità. La notizia emerge dal piano industriale del gruppo, nel quale si evidenzia che “gli effetti negativi della crisi macroeconomica, la forte pressione competitiva e il drastico calo dei prezzi, nonché gli interventi regolatori, stanno progressivamente influenzando in modo molto critico l’andamento del settore delle telecomunicazioni. Anche Vodafone, che in questi anni ha mantenuto costante la sua strategia di investimenti nel nostro paese, ha risentito degli effetti combinati di questi fenomeni”, che si sono tradotti in una rilevante erosione del fatturato e dei margini. A questo punto, spiega il gruppo, si rende urgente “una maggiore focalizzazione organizzativa e di business per garantire la continuità degli investimenti sul servizio al Cliente e sulla qualità e lo sviluppo delle reti di nuova generazione, e per assicurare il rilancio sostenibile dell’impresa e della sua competitività sul mercato nei prossimi anni”.
Risulta quindi necessaria un’azione di trasformazione ed efficienza “che passa attraverso la ridefinizione complessiva del costo del lavoro e una riduzione del perimetro aziendale pari a 700 esuberi, nelle funzioni di staff e supporto, e non a diretto contatto con il Cliente”. Il tutto, nelle intenzioni di Vodafone, dovrà naturalmente avvenire di intesa con il sindacato: l’azienda auspica infatti che, come accaduto in passato, “si prosegua in maniera costruttiva nell’impegno reciproco di trovare soluzioni sostenibili per le persone e per l’impresa”.