Non voglio certamente insegnare il mestiere a scrittori, sceneggiatori, registi e artisti di ogni sorta, ma nell’ipotesi remota in cui mi chiedessero un consiglio su dove poter attingere per trarre ispirazione per la loro prossima opera, gli suggerirei di prendere penna, taccuino e cinepresa e registrare semplicemente la realtà nel suo dispiegarsi. La fantasia e l’immaginazione, in affanno, faticano a reggere il passo. Lo spettacolo tragicomico che si presenta ai nostri occhi è ormai il più variegato.
Se guardiamo al comico, l’ultima scena in ordine di tempo è la storia di un no vax che si è presentato a un centro vaccinale nel biellese con del silicone sull’avambraccio. Il nostro voleva scampare alla venefica iniezione ma ottenere il green pass, fregando così il sistema dispotico. Scoperto il braccio fasullo dall’operatrice, l’incallito no vax non ha certo desistito, chiedendo di chiudere un occhio. Alla fine è tornato a casa senza vaccino e senza green pass, ma con una bella denuncia per truffa. Ci sono poi i contestatori del certificato verde che, bloccati dalla polizia durante le manifestazioni per impedirne l’accesso ai centri delle città, hanno a loro volta chiamato la polizia per denunciare la polizia stessa. C’è poi la deputata del Gruppo Misto Sara Cunial, no vax e no green pass, che per qualche giorno ha potuto prendere parte ai lavori anche senza certificato verde, ma solo dalla tribuna, grazie alla delibera del Collegio dei questori che è stata poi ribaltata dal Consiglio di giurisdizione, che dall’alto della sua ieratica solitudine si è rivolta ai propri colleghi dicendo “mi state discriminando, ma io vi perdono”. Una novella redentrice, della serie “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. Continuando questa lista grottesca, si può annoverare lo scontro a Montecitorio, tutto in salsa leghista, durante l’approvazione del super green pass. Sul ring a tinte verdi sale Guglielmo Golinelli, che inizia a sciorinare numeri inverosimili sulla presenza, praticamente identica, di vaccinati e non nelle terapie intensive. Il bergamasco Cristian Invernizzi, che ha ancora negli occhi le immagini dei camion militari che portano vie le bare, non esita un attimo a mettersi i guantoni e sbotta “basta cazzate! Basta! L’unica strada per uscire da questa tragedia è vaccinarci! Se vogliamo tornare ad essere liberi dobbiamo vaccinarci tutti!” Nel mirino finisce anche Claudio Borghi, fiero oppositore del green pass.
Venendo più al tragico, uno dei leader del movimento no vax austriaco, Johann Biacsics, che sponsorizzava cure contro il covid a base di clisteri di biossido di cloro, il principio attivo della candeggina, è morto per le complicanze del virus. Famiglia e sostenitori però continuano a puntualizzare che le vere cause della morte non si sapranno mai, anzi c’è chi osa nel dire che sia stato avvelenato da quei medici che invece volevano salvarlo e che si sono visti rifiutare le cure da Biacsics. Sullo sfondo c’è la grande catastrofe dell’Africa, affamata di vaccini, dove i buoni propositi dei governi occidentali e del programma Covax stanno miseramente fallendo, salvo repentini e significativi cambi di rotta, e della quale egoisticamente ci ricordiamo solo per timore delle varianti.
E se per un attimo volessimo uscire dalla triade pandemia-vaccino-green pass, il menù offre la tik toker statunitense che al posto dell’iboprufene ha ingoiato un airpods, continuando a mandare messaggi audio dal proprio intestino. Guardando a casa nostra, abbiamo un giaguaro, invecchiato e spelacchiato, ma non del tutto smacchiato, che ha immortalato la sua terza dose con un video degno della più grande epopea hollywoodiana, che cerca di presentarsi come padre nobile del centro destra e padre della patria, immemore del suo passato e del suo presente politico e giudiziario.
Questa è la realtà bellezza. L’immaginazione e la fantasia sono da pivellini.
Tommaso Nutarelli