L’Embraco (Whirpool) ha confermato di non voler piu’ produrre in Italia nel 2018 con conseguente chiusura dello stabilimento di Riva di Chieri (Torino). Lo si apprende dai sindacati metalmeccanici Fiom e Uilm di Torino, che oggi all’Unione Industriale hanno incontrato l’azienda.
Giovedì 18 gennaio l’azienda è attesa al ministero del Lavoro per valutare la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali a fronte della presentazione di un piano di risanamento sul quale, dall’incontro di oggi, non sono emersi dettagli. Azienda e sindacati si sono aggiornati al 24 gennaio all’Unione industriale di Torino.
Inoltre, sempre giovedì al termine dell’incontro che i manager della società avranno in mattinata al ministero del Lavoro, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda incontrerà nuovamente i vertici dell`azienda Embraco. In quell`occasione, spiega il Ministero in una nota, il Ministro “valuterà la situazione e le eventuali iniziative da assumere”. Il tavolo con le parti sociali è già convocato per il prossimo 8 febbraio.
“Utilizzeremo tutti i 75 giorni a nostra disposizione per far recedere l’azienda da questa decisione”. Lo ha annunciato Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino, denunciando il fatto che l’azienda ha scartato “a priori la possibilità di mantenere solo una parte della produzione del sito di Riva di Chieri”.
“Embraco produce 40 milioni di compressori nel mondo – hanno sottolineato La Mendola e Ugo Bolognesi della Fiom di Torino – farne anche solo meno del 5% in Italia, dopo aver preso tutto il know-how e i brevetti che l’hanno fatta diventare quello che è oggi, è un debito che l’azienda deve onorare verso la comunità di questo paese”. I sindacati hanno sollecitato il governo a “un ruolo ancora più incisivo” affinché una multinazionale come la Whirpool non abbandoni il territorio.
e.g.