• Chi siamo
  • Abbonamenti
  • Contatti
venerdì, 20 Giugno 2025
  • Accedi
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    La devoluzione del TFR alla previdenza complementare

    TFR Mensile addio: la Cassazione blocca la “paghetta” in busta paga

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    AVVIO CAMPAGNA REFERENDUM SU LAVORO E CITTADINANZA

    Cgil, l’Assemblea riconvocata a fine luglio. Forse un congresso anticipato o una conferenza di programma per il “cambiamento”. La linea: meno ‘’Palazzo’’ e più territorio, protagonismo alle Camere del lavoro. Analisi del referendum: perso per la politicizzazione e il silenzio dei media

    Caruso (Fp-Cida), l’80% dei dirigenti pubblici ha più di 50 anni. Stipendi più alti, maggiore welfare e rinnovi celeri per attrarre i giovani

    Fp-Cida non firma il rinnovo del contratto nazionale quadro. Caruso: “non riconosce la specificità delle elevate professionalità”

    Valter Quercioli (Federmanager): la sicurezza sul lavoro è un pilastro dell’essere manager

    Valter Quercioli (Federmanager): la sicurezza sul lavoro è un pilastro dell’essere manager

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    enel

    Enel distribuzione, sindacati: il 20 giugno sciopero generale

    Così il Direttivo ha approvato il referendum sul lavoro

    Oggi e domani l’Assemblea Cgil deciderà la linea post referendum. Obiettivo: ‘’più territorio e meno Palazzo’’, per dare risposta ai 13 milioni che hanno votato No ai quesiti sul lavoro

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il testo dell’ipotesi di accordo Aran sul CCNQ per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale 2025-2027

    Sottoscritto all’Aran il contratto area dirigenza funzioni centrali 2019-2021

    Aran, rinnovato il contratto nazionale quadro PA 2025‑2027

    Il documento conclusivo dell’Assemblea generale della Cgil 17-18 giugno 2025

    Al via il tavolo per il rinnovo del contratto pubblico e privato

    Sanità, intesa all’Aran per il rinnovo del contratto 2022-2024. Sindacati divisi: Cgil e Uil non firmano, ma l’accordo passa con l’”aiuto” di Nursing Up

    Asstel, il testo del Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia

    Siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale

    Contratto miniere, aperta la trattativa per il rinnovo: aumento salariale da 300 euro, sistema classificatorio, parità di genere, formazione e sicurezza le richieste dei sindacati

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro
  • Rubriche
    • Tutti
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
    Una settimana di 4 giorni per flessibilità aziendale, benessere lavorativo e conciliazione con i tempi di vita

    Parole che pesano: quando una battuta diventa una sanzione disciplinare

    Le aziende americane contro Trump: le deportazioni degli immigrati rischiano di fare grossi danni all’economia

    Sull’immigrazione è il momento di un bagno di realismo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Fiscal drag, il gioco delle tre carte del governo

    Licenziamenti individuali: quella legge del ’66

    Legittimo il licenziamento del dirigente per conflitto d’interessi

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    Se il dollaro perde forza si apre uno spiraglio per gli eurobond

    La devoluzione del TFR alla previdenza complementare

    TFR Mensile addio: la Cassazione blocca la “paghetta” in busta paga

  • Approfondimenti
    • Tutti
    • I Dibattiti del Diario
    • L'Editoriale
    • Diario delle crisi
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    AVVIO CAMPAGNA REFERENDUM SU LAVORO E CITTADINANZA

    Cgil, l’Assemblea riconvocata a fine luglio. Forse un congresso anticipato o una conferenza di programma per il “cambiamento”. La linea: meno ‘’Palazzo’’ e più territorio, protagonismo alle Camere del lavoro. Analisi del referendum: perso per la politicizzazione e il silenzio dei media

    Caruso (Fp-Cida), l’80% dei dirigenti pubblici ha più di 50 anni. Stipendi più alti, maggiore welfare e rinnovi celeri per attrarre i giovani

    Fp-Cida non firma il rinnovo del contratto nazionale quadro. Caruso: “non riconosce la specificità delle elevate professionalità”

    Valter Quercioli (Federmanager): la sicurezza sul lavoro è un pilastro dell’essere manager

    Valter Quercioli (Federmanager): la sicurezza sul lavoro è un pilastro dell’essere manager

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    Carceri, obiettivo “Recidiva Zero”. Granata (Confcooperative Federsolidarietà): la cooperativa sociale come ponte tra carcere e lavoro, ma c’è bisogno di una governance condivisa perché il sistema funzioni

    enel

    Enel distribuzione, sindacati: il 20 giugno sciopero generale

    Così il Direttivo ha approvato il referendum sul lavoro

    Oggi e domani l’Assemblea Cgil deciderà la linea post referendum. Obiettivo: ‘’più territorio e meno Palazzo’’, per dare risposta ai 13 milioni che hanno votato No ai quesiti sul lavoro

  • Fatti e Dati
    • Tutti
    • Documentazione
    • Contrattazione

    Il testo dell’ipotesi di accordo Aran sul CCNQ per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale 2025-2027

    Sottoscritto all’Aran il contratto area dirigenza funzioni centrali 2019-2021

    Aran, rinnovato il contratto nazionale quadro PA 2025‑2027

    Il documento conclusivo dell’Assemblea generale della Cgil 17-18 giugno 2025

    Al via il tavolo per il rinnovo del contratto pubblico e privato

    Sanità, intesa all’Aran per il rinnovo del contratto 2022-2024. Sindacati divisi: Cgil e Uil non firmano, ma l’accordo passa con l’”aiuto” di Nursing Up

    Asstel, il testo del Manifesto per la Crescita Digitale dell’Italia

    Siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale

    Contratto miniere, aperta la trattativa per il rinnovo: aumento salariale da 300 euro, sistema classificatorio, parità di genere, formazione e sicurezza le richieste dei sindacati

  • I Blogger del Diario
  • Biblioteca
    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Combattere la bella battaglia, di Sandro Antoniazzi. Edizioni Lavoro

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Un’altra storia, di Maurizio Landini. Edizioni Piemme

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Il cambiamento demografico nella realtà italiana: prospettive, cause e conseguenze, di AA.VV. Edizioni INAPP

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Conoscere l’economia per scegliere meglio, di Elsa Fornero e Anna Lo Prete. Edizioni Laterza

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Antifascisti immaginari, di Antonio Padellaro. Edizioni PaperFirst

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

    Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione), di Charlotte Matteini. Edizioni Cairo

  • Appuntamenti
No Result
View All Result
Il Diario del Lavoro
No Result
View All Result

Home - Approfondimenti - Analisi - Enimont, 25 anni dopo: non solo scandalo, ma un grande sogno industriale

Enimont, 25 anni dopo: non solo scandalo, ma un grande sogno industriale

di Nunzia Penelope
25 Luglio 2018
in Analisi
Enimont, 25 anni dopo: non solo scandalo, ma un grande sogno industriale

Venticinque anni fa, tra il 22 e il 23 luglio 1993,  fa i suicidi di Gabriele Cagliari e Raul Gardini hanno segnato la fine della seconda repubblica. Ma hanno segnato, anche, la fine della grande industria chimica italiana. L’idea di realizzare con l’Enimont un grandioso polo pubblico-privato era stata, all’epoca, la migliore idea di politica industriale messa in campo da molti anni,  ma anche l’ultima: dopo, non c’è stato più nulla. E chissà come sarebbe oggi l’Italia se Enimont avesse avuto successo, se non si fosse trasferita nel giro di pochi mesi dalle pagine economiche dei giornali alla cronaca giudiziaria e poi addirittura alla nera, trasformandosi in un noir a base di sangue, morti, tangenti, misteri. Con gli anni, la vicenda giudiziaria ha cancellato quella industriale, e oggi Enimont e’ scolpita nella storia solo per il processo chiave di Tangentopoli e per la maxi tangente. Ed è  questo l’aspetto che oggi tutti ricordano. Ma non era quello il progetto, non era quella la sostanza.

Intanto, vediamo com’era a metà degli anni Ottanta il quadro che portò alla joint venture pubblico-privato. La chimica, in crisi  da anni, era devastata da pesanti ristrutturazioni che riguardavano sia la chimica pubblica dell’Enichem sia quella privata della Montedison. Per uscire dal ripetersi periodico delle crisi si pensò di creare un polo chimico nazionale, mettendo insieme le due strutture e integrandone le attività: non aveva senso mantenere due produttori che  avevano entrambi difficoltà a stare sul mercato. D’accordo con questa impostazione anche il sindacato,  come ricorda Sergio Cofferati, all’epoca segretario dei Chimici Cgil: “Unendo le forze di pubblico e privato in un’unica società avremmo avuto dimensioni di scala e risorse per fare investimenti e sviluppo. Un progetto che sostenevamo noi, come sindacato, ma anche tutti gli economisti dell’epoca”.  

Fin dalla nascita la società era già un gigante: 15.500 miliardi di lire di fatturato, 50 mila dipendenti. Potenzialmente, uno dei primi gruppi mondiali. L’Italia sarebbe stata fortissima in molti settori chiave, a partire dalle materie plastiche. Inoltre, avrebbe potuto contare sull’approvvigionamento di materia prima, con l’Eni, mentre Montedison avrebbe messo i grandi impianti petrolchimici necessari al processo di trasformazione. Se poi si fosse completata l’integrazione con le altre produzioni della Montedison -come avrebbe voluto Gardini, osteggiato pero’ dal socio pubblico- l’Italia sarebbe balzata ai primi posti mondiali non solo nelle plastiche, ma anche nella biochimica, nei materiali speciali, nella farmaceutica, nei fertilizzanti, nel fluoro, nelle fibre e nell’agroindustria.

Scavando tra le macerie dell’Enimont oggi si trovano ancora le tracce dei nostri tesori industriali perduti: Erbamont, leader mondiale nei farmaci antitumorali, Ausimont, numero due al mondo nella chimica del fluoro, Himont, leader mondiale nelle plastiche avanzate, Novamont, cui si deve la scoperta e la commercializzazione del Mater Bi, la prima plastica ecologica prodotta dal mais.  

Quanto varrebbe oggi tutto questo in termini di Pil? Difficile da calcolare, ma quel che è certo è che poteva nascere uno dei maggiori poli chimici al mondo, invece è stato un pasticcio, un puzzle di cui nemmeno una tessera  è andata al posto giusto. La guerra tra la parte pubblica, che non voleva cedere al privato, e il privato, che puntava alla supremazia, ha fatto sì che la gestione risultasse fin dall’inizio disastrosa. Le grandi privatizzazioni erano di là da venire, arriveranno solo negli anni successivi e peraltro con risultati discutibili; in ogni caso, nel 1993   l’idea di una chimica tutta privata sembrò una bestemmia.

Una storia tipicamente italiana, dunque, non tanto e non solo di corruzione, quanto di arroganza e incompetenza. Nessuno ne esce bene. Non Gardini, che non ebbe la pazienza di cercare una soluzione condivisa, ma iniziò a spargere mazzette e miliardi a pioggia per comprarsi su due piedi il consenso. Non l’Eni, in cui parte dei manager osteggiava una operazione che avrebbe ridimensionato il loro potere. Non la Mediobanca di Enrico Cuccia, tra i principali registi del pasticcio. Non la politica, che dava una parola e il giorno dopo la ritirava, seminando di inciampi il percorso della società, lesinando investimenti e ritardando decisioni.

La fine è nota. Dopo un breve braccio di ferro –“resto, vado, vendo, compro”- Gardini uscì di scena e la chimica  rimase pubblica, come la politica desiderava. Malgrado la lunga battaglia per tenersela, però, l’Eni l’ha poi sostanzialmente abbandonata, indirizzando le proprie attenzioni verso il più remunerativo business dell’energia, petrolio e gas.  L’ultimo pezzetto di chimica rimasto nel gruppo, Versalis, è stata a un passo dall’essere a sua volta  ceduta un paio di anni fa,  si è salvata solo per la tenace opposizione alla vendita da parte dei sindacati. 

Quanto a Montedison, dopo il crack Ferruzzi è stata cancellata e venduta a pezzi per fare cassa e ripianare i debiti. Una svendita da affari d’oro, però. Almeno per chi vi ha partecipato come acquirente, vale a dire una lunga serie di giganti internazionali del settore: Himont è oggi della statunitense Lyondell, Ausimont è della Solvay, la Edison, dopo molte peripezie, è diventata francese. E ancora: Tecnimont, ingegneria civile, è stata venduta alla Maire Engineering,  i fertilizzanti di Agrimont sono andati alla Norsk Hydro, la Farmitalia-Carlo Erba, gioiello della ricerca farmacologica, è stata suddivisa tra il colosso Pfizer e la Fidia farmaceutica.

Non è facile calcolare quanto varrebbero oggi quei 15 mila miliardi di fatturato dell’Enimont, quei 50 mila dipendenti, e soprattutto quell’enorme patrimonio di ricerca, di innovazione, di tecnologia. Di certo la società aveva una solida base di partenza per crescere ancora molto. Ma quanto, in quale direzione, non lo sapremo mai: la storia non si fa con i ‘’se’’, e nemmeno la politica industriale. Sta di fatto che l’Italia ha perso per sempre la chimica e di politica industriale non si parla più.

Il silenzio e la rimozione sono caduti sulla vicenda Enimont. I protagonisti sono tutti morti, e ricostruirla – dal punto di vista economico e industriale, non solo come storiaccia o trama di un ipotetico complotto-  è praticamente impossibile. Intervistato nel 1990 da Enzo Biagi, alla domanda ‘’come vorrebbe essere ricordato tra 100 anni” Gardini rispose: ‘’dottor Biagi, tra 100 anni nessuno mi ricorderà più’”. Non è cosi: di lui ci ricordiamo ancora tutti, a un quarto di secolo di distanza, e probabilmente per molti decenni ancora, così come del suo compagno di sventura e suicidio, Gabriele Cagliari. Dell’Enimont, invece, di quel magnifico sogno industriale che avrebbe potuto proiettare l’Italia verso un destino diverso, nessuno ha più memoria. E del resto, non è nemmeno più un caso unico: nell’ultimo decennio quasi tutte le nostre grandi industrie si sono estinte o, nel migliore dei casi, sono state vendute a gruppi di altri paesi. A noi restano le briciole, e forse, tra breve, nemmeno più quelle.

Nunzia Penelope

 

Attachments

  • jpg
Tags: IndustriaItaliaChimici
Nunzia Penelope

Nunzia Penelope

Vicedirettrice de Il Diario del lavoro

In evidenza

“Agromafie e caporalato”, presentato il terzo rapporto Flai-Cgil

Caporalato, sindacati: bisogna riaprire il tavolo nazionale interistituzionale

19 Giugno 2025
Natale Di Cola è il nuovo segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio

Cgil di Roma e del Lazio, Di Cola: continueremo a onorare e ricordare Satnam Singh

19 Giugno 2025
Veneto, la cassaforte dell’Ufficio postale si blocca per un guasto: pensionati senza pensione da venti giorni

Veneto, la cassaforte dell’Ufficio postale si blocca per un guasto: pensionati senza pensione da venti giorni

19 Giugno 2025
Caruso (Fp-Cida), l’80% dei dirigenti pubblici ha più di 50 anni. Stipendi più alti, maggiore welfare e rinnovi celeri per attrarre i giovani

Fp-Cida non firma il rinnovo del contratto nazionale quadro. Caruso: “non riconosce la specificità delle elevate professionalità”

19 Giugno 2025
Marelli, sindacati: firmato l’accordo per il passaggio al contratto nazionale

Marelli, sindacati: il governo segua la situazione, anche in rapporto con Stellantis

19 Giugno 2025
Ulteriori informazioni

Quotidiano online del lavoro e delle relazioni industriali

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri,
Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

© 2024 - Il diario del lavoro s.r.l.
Via Flaminia 287, 00196 Roma

P.IVA 06364231008
Testata giornalistica registrata
al Tribunale di Roma n.497 del 2002

segreteria@ildiariodellavoro.it
cell: 349 9402148

  • Abbonamenti
  • Newsletter
  • Impostazioni Cookies

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata?

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
No Result
View All Result
  • Rubriche
    • Poveri e ricchi
    • Giochi di potere
    • Il guardiano del faro
    • Giurisprudenza del lavoro
  • Approfondimenti
    • L’Editoriale
    • La nota
    • Interviste
    • Analisi
    • Diario delle crisi
  • Fatti e Dati
    • Documentazione
    • Contrattazione
  • I Blogger del Diario
  • Appuntamenti
Il Diario del Lavoro

Direttore responsabile: Massimo Mascini
Vicedirettrice: Nunzia Penelope
Comitato dei Garanti: Mimmo Carrieri, Innocenzo Cipolletta, Irene Tinagli, Tiziano Treu

  • Accedi