I sindacati del pubblico impiego, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, chiedono “un intervento urgente” sui fondi per la contrattazione decentrata per regioni e autonomie locali, finalizzato a “evitare ricadute pesanti sul trattamento economico dei dipendenti e a tutelare l’erogazione di servizi fondamentali ai cittadini”.
“In questi anni – spiega una nota unitaria dei sindacati – gli spazi negoziali della contrattazione integrativa, nel comparto regioni ed autonomie locali, sono stati fortemente compromessi; non solo per effetto del blocco della contrattazione nazionale e integrativa, ma anche a causa della sovrapposizione di norme che sono entrate in evidente contraddizione con l’impianto del contratto nazionale”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil di categoria “a ciò si aggiunge il sistema sanzionatorio a cui molti enti, che vanno incontro a processi di riordino, sono assoggettati. Questo ha generato nei fatti la decurtazione delle risorse dedicate alla contrattazione integrativa nelle principali realtà d’Italia, un fatto che sta avendo effetti drammatici sul trattamento economico del personale, nonché sulla garanzia di servizi fondamentali per la cittadinanza”.
Per queste ragioni, precisano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, “è evidente la necessità, in attesa che la chiusura della tornata contrattuale individui le necessarie soluzioni, di creare le condizioni per poter evitare le ricadute paventate. In tal senso è opportuno ritornare, attraverso puntuali modifiche, sull’efficacia dell’articolo 4 del decreto legge 16/14, come è opportuno evitare la gamma di sanzioni che si applicherebbero agli enti soggetti al processo di riordino istituzionale. Abbiamo proposte e siamo disponibili ad illustrare eventuali modifiche normative, per evitare possibili e certe ricadute negative”.