Oggi è stato presentato alla stampa a Bruxelles dal Portavoce della Commissione Jonathan Faull un ‘Eurobarometro Speciale’ realizzato nei 15 paesi dell’Unione europea. Questo sondaggio d’opinione vuole rilevare gli orientamenti dei cittadini riguardo ad alcuni temi attualmente al centro del dibattito europeo: in particolare l’allargamento, l’introduzione dell’Euro e il futuro dell’Europa. Le risposte degli intervistati in Italia hanno rivelato le seguenti tendenze:
Allargamento.
Gli italiani sono decisamente favorevoli all’allargamento progressivo dell’UE, che è considerato positivamente sotto due profili, uno ideale, ovverso l’unificazione dell’Europa, ed uno utilitaristico, ovvero l’ingrandimento del mercato unico.
Gli italiani sono convinti che l’allargamento non cambierà loro la vita più di tanto (67%), ma darà comunque un impulso maggiore alla sviluppo dell’UE. Tutti ne beneficeranno, la Germania più degli altri.
Fissare in anticipo una data per l’adesione può essere positivo ma in ogni caso è necessario che il Paese candidato rispetti la democrazia e i diritti fondamentali (88%) e si impegni nella lotta al crimine organizzato (82%) e a rispettare l’ambiente (77%).
Gli italiani pensano che in un’Europa più grande i Paesi più grandi imporranno le loro decisioni. L’Italia dovrà dunque fare i conti con il trasferimento di posti di lavoro verso i Paesi che hanno costi di produzione più bassi e con un aumento del traffico di droga e della criminalità organizzata.
Una netta maggioranza degli intervistati (più dell’80%) si considera per nulla o poco coinvolta nel dibattito politico sull’allargamento.Oltre il 46% non ha sentito parlare del Summit di Nizza. Per coloro che ne hanno sentito parlare, gli obiettivi principali sono stati la preparazione dell’UE alla globalizzazione (43,5%) innanzitutto e poi all’ampliamento (39,6%).
Euro
La maggioranza ritiene di essere informata non molto (52%) o per nulla (14.5%). I ben informati sono il 28,4%.
Le informazioni derivano soprattutto dalla televisione(74%), seguita da giornali e quotidiani(48,2). La fonte di informazioni più efficace è decisamente quella del governo centrale.
Elevata l’informazione sul momento dell’introduzione delle banconote e delle monete: per oltre il 90% sarà nel 2002 e, più precisamente, per circa il 75%, a gennaio 2002.
Parecchia incertezza c’è invece sulla data per l’utilizzo di carte di credito e di assegni in Euro: la maggioranza non sa o enuncia una data errata.
Parecchia incertezza rimane anche sulla date massime per l’utilizzo e la restituzione delle lire.
Buona invece la conoscenza del valore del cambio, conosciuto con esattezza da circa il 40% e con un margine di errore del + – 10%, da oltre il 46%.
Il futuro dell’Europa
Per la maggioranza (56,6%) sarebbe interessante poter comunicare con le Istituzioni per poter esprimere il proprio punto di vista sull’Europa, soprattutto per capire cosa ci aspetta in futuro e per comprendere meglio il funzionamento dell’Europa, oltre che per esprimere democraticamente la propria opinione.
I temi principali di dibattito dovrebbero essere i diritti dei cittadini, la sicurezza alimentare, la salute e la lotta alla disoccupazione.
Sono più coloro che non sono interessati a partecipare personalmente ai dibattiti (48%), soprattutto perchè non conoscono abbastanza l’UE, rispetto a chi è interessato (30%) e vuole esprimere la propria opinione sul futuro dell’Europa.
La maggioranza non è interessata a discutere del futuro dell’Europa direttamente con un membro delle istituzioni europeee o italiane. Solo un quarto vorrebbe discuterne con un parlamentare o un commissario europeo.
La stragrande maggioranza ritiene di avere una conoscenza insufficiente dell’UE (75%) e dei Trattati (83%) a fronte di un interesse personale elevato a saperne di più (65%) e a conoscere le opinioni dei politici degli altri stati membri e delle persone dei paesi dell’allargamento.