La società di ricerche Markit Economics conferma l’attività di ripresa delle imprese nell’area euro ai massimi da quasi sei anni, con l’indice dei responsabili degli approvvigionamenti salito a 56,4 punti a marzo, record da 71 mesi.
A febbraio si era attestato a 56 punti e il dato definitivo è lievemente meno esuberante dei 56,7 punti indicati nella stima preliminare.
In questa indagine i 50 punti rappresentano la soglia limite tra crescita e calo dell’attività. E’ da 45 mesi consecutivi che il Purchasing managers’ riporta valori di espansione. La crescita della produzione e dei nuovi ordini è accelerata, concludendo il migliore trimestre dal secondo del 2011.
Nel frattempo in Italia il settore terziario ha concluso il primo trimestre del 2017 in solida posizione, segnando una crescita ininterrotta dell’attività e il più forte incremento dell’occupazione da agosto 2007.
Ma il tasso di espansione dell’attività e degli ordini in entrata ha indicato un aumento lievemente più lento di febbraio, ed anche le previsioni di crescita futura hanno registrato una contrazione. L’indice Pmi relativo alle aziende dei servizi della Penisola si è portato a 52,9 punti, dai 54,1 di febbraio.
Guardando all’indice composito, relativo a terziario e manifatturiero, in Italia è sceso ai minimi da 2 mesi a 54,2 punti. Nella Penisola, secondo Markit, si è registrata un’espansione lenta della produzione ed è stata l’unica nazione tra le quattro principali a riportare valori di crescita inferiori alla media dell’eurozona.
Nel quadro complessivo dell’area euro, a marzo si è assistito alla più forte ondata di nuovi ordini da aprile 2011. L’aumentata pressione sulle capacità produttive ha prodotto il più rapido accumulo di commesse inevase in 71 mesi, incoraggiando ulteriore creazione di posti di lavoro.
La crescita occupazionale, infatti, è stata la più forte in più di 9 anni e mezzo. I tassi di incremento hanno indicato un’accelerazione in tutte e quattro le nazioni principali, mantenendosi elevati ma più lenti anche in Irlanda.
Nel frattempo la pressione sui prezzi è rimasta forte, un riflesso dell’aumento delle tariffe sulle merci globali e di un cambio più dell’euro. Il trasferimento dei costi maggiori sui clienti ed il migliorato potere sui prezzi hanno prodotto un aumento record dei prezzi di vendita da giugno 2011.
L’ultimo dato dell’indice Pmi sull’area euro “conclude il più forte trimestre dalla primavera 2011 e risulta in linea con un aumento del PIL dell’eurozona di 0,6% nei primi tre mesi del 2017”, ha commentato il capo economista di Markit, Chris Williamson.
L’espansione è generale nei paesi principali, con un aumento dello 0,6% rilevato sia in Germania che in Francia, mentre la crescita del primo trimestre in Spagna si attesta su 0,8-0,9%.
Nonostante la leggera contrazione di marzo, anche l’Italia ha dato segni di ripresa in questi primi tre mesi, segnando 0,3-0,4% di espansione. Secondo Williamson, nonostante il livello di disoccupazione sia quasi a due cifre, “è stata molto apprezzata la crescita record delle assunzioni in quasi dieci anni”. Ciò suggerisce che nei prossimi mesi “dovremmo aspettarci un’altra flessione del tasso di disoccupazione.”
La pressione sui prezzi è rimasta elevata e potrebbe causare aumenti al consumo nei prossimi mesi. “Sembra, tuttavia, che la Bce manterrà una linea politica accomodante ancora almeno per qualche mese. Ciononostante – conclude l’economista – i risultati rilevati dall’indagine aumentano la possibilità che la politica economica di inizio 2018 subisca un graduale restringimento.”