Continua lo stato di agitazione dei lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Genova contro la procedura di cassa integrazione ordinaria decisa dall’azienda a partire da oggi. L’assemblea dei lavoratori riunita questa mattina davanti ai cancelli della fabbrica ha deciso infatti per la prosecuzione della mobilitazione, con l’obiettivo di ottenere la sospensione della procedura.
Nel frattempo nella prefettura del capoluogo ligure è iniziato il tavolo di confronto tra il ministro del lavoro Andrea Orlando, i sindacati e gli enti locali. Alla riunione non ha preso parte la Fiom Cgil, che ieri sera in una nota ha definito l’incontro “tardivo”.
Al termine dell’incontro, il l ministro Orlando ha sottolineato come ci sia “la volontà del governo di investire sull’acciaio, che lo stabilimento di Genova mantiene una dimensione strategica e che saremo impegnati a mantenere questa dimensione”. Inoltre, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva perché non fosse intervenuto presso l’azienda per evitare l’avvio della procedura di cassa integrazione ordinaria, Orlando ha spiegato: “L’ho fatto e la cosa non ha avuto particolare successo e non mi sembrava utile aumentare la tensione. È evidente che tra le priorità della proprietà attuale non c’è quella di far diminuire la tensione sociale. Ho chiesto che si soprassedesse, la risposta non è stata accolta. Siamo nell’ambito del galateo istituzionale – ha aggiunto il ministro – quando si passerà ad esaminare la congruità del provvedimento, cosa che il ministro può fare solo quando la cassa è stata attivata con le risorse proprie, vedremo se ci sono gli strumenti per contestare quella scelta”.
E.G.