ArcelorMittal “è fuori”. Il Governo non ha alcuna intenzione di tornare indietro sui propri passi e fino a mercoledì prossimo,termine ultimo del confronto tra i legali di Invitalia e ArcelorMittal è “il tempo necessario per definire il divorzio consensuale”. È questo l’esito dell’incontro tra governo e i sindacati dei metalmeccanici sull’ex Ilva che si è svolto nella prima serata di giovedì 11 gennaio.
La delegazione governativa ha riferito che si sta lavorando in modo serrato per definire il confronto con ArcelorMittal e procedere alacremente per individuare il percorso sul futuro dello stabilimento all`interno di un quadro chiaro e definito che ha come primo obiettivo la continuità produttiva dell`azienda.
I sindacati sono stati nuovamente convocati giovedì prossimo 18 gennaio per illustrare l’esito delle trattative di queste ore. Il Governo ha, inoltre, sottolineato che il metodo che si vuole continuare a portare avanti è quello di un ascolto reale e che saranno ricevute tutte le parti sociali e produttive. È stata data massima disponibilità, una volta chiuso il confronto con ArcelorMittal, a far partire presso il Ministero del Lavoro un tavolo per approfondire tutti gli aspetti legati all`occupazione e alla sicurezza sul lavoro. Inoltre, il Governo ha assicurato l’impegno a cercare le risorse pubbliche per poter rilanciare tutti gli stabilimenti dell’indotto.
Plauso unanime da parte dei sindacati. “Finalmente ci siamo. Il Governo ha deciso di non tornare più indietro e di procedere di assumere la gestione dell’azienda. Questo è il punto di cambiamento su cui abbiamo investito con i lavoratori di tutti gli impianti per salvaguardare il futuro dell’azienda, occupazionale e dell’ambiente”. Così il leader della Fiom, Michele De Palma. “È stata dura ed è complicato. I lavoratori hanno tenuto in piedi gli impianti e hanno difeso l’ambiente e la sicurezza. Siamo a un passo dall’assunzione delle responsabilità da parte del governo. E che anche Arcelor Mittal faccia lo stesso. La garanzia per il futuro è la garanzia per tutti i lavoratori. Non può essere che scelte sbagliate dei manager vengano pagate dai lavoratori e dall’ambiente. Noi saremo garanti”.
Un “risultato non scontato” afferma il numero uno della Uilm, Rocco Palombella. “Adesso c’è una fase di come avverrà questo distacco, questo divorzio che si concluderà tra quattro giorni lavorativi mercoledì prossimo. Noi vogliamo essere i testimoni di un divorzio e non di un matrimonio – precisa il leader della Uilm -. È l’unica condizione per poter continuare a investire con occhi positive e di considerare la siderurgia, i lavoratori, l’occupazione, il sistema degli appalti e la sicurezza una possibilità e non una chimera. Anzi, un pericolo come lo è stato in questi mesi e giorni. Indietro non si torna e giovedì ci diranno quale sarò il piano alternativo. Il Governo deve essere vigile e determinati sapendo che la vera partita inizia ora. Vogliamo avere interlocuzioni con persone leali”.
Per Roberto Benaglia, segretario generale della Fim-Cisl, l’incontro con il governo sull’ex Ilva “è stato importante pur in una situazione drammatica. Indietro non si torna, non si può continuare a gestire sotto ricatto l’azienda. Da qui a mercoledì prossimo gli avvocati lavoreranno per un divorzio consensuale. Per la Fim comincia una fase nuova, c’è bisogno di rapidità e soluzioni condivise. È un passaggio molto difficile tutto da fare”.
“Il Governo fa bene a non accettare le condizioni poste dai vertici di ArcelorMittal, ora c’è bisogno ancora di qualche giorno per capire quale sarà il futuro del più grande polo siderurgico d`Europa”. Lo dichiara il segretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera. “Sarà anche istituito un tavolo con il ministero del Lavoro per tutte le aziende dell`indotto dove per l`Ugl Metalmeccanici va assolutamente data massima attenzione sui lavoratori. Non vanno in alcun modo disperse le competenze e ovviamente occorre tutelare tutti i lavoratori di Ilva in senso più ampio, di Taranto, di Genova, di Novi Ligure di Racconigi, di tutti gli stabilimenti e le altre unità produttive: la siderurgia oggi rappresenta un asset strategico dell’industria italiana e il governo bene sta adoperandosi per assicurare un futuro agli stabilimenti siderurgici italiani dove noi non faremo venir meno il nostro supporto”.
e.m.