Fim, Fiom e Uilm ritengono “inaccettabile” l’atteggiamento del governo che “continua a trattare con ArcelorMittal, una controparte che ha dato dimostrazione di essere un soggetto inaffidabile, che non rispetta gli impegni sottoscritti continuando a rinviare gli investimenti sulle innovazioni tecnologiche e non garantendo la manutenzione degli impianti”. E’ la posizione espressa dai sindacati del metalmeccanici nel verbale del Consiglio di fabbrica che si è tenuto questa mattina per costruire un percorso di mobilitazione volto a respingere il piano industriale presentato dalla multinazionale.
Fim, Fiom e Uilm “sono pronte con una serie di iniziative di mobilitazione per dire no al nuovo piano per l’ex Ilva presentato da ArcelorMittal”. Si comincia con lo sciopero di 24 ore proclamato per domani e mercoledì 10 giugno, dopo il tavolo al ministero dello Sviluppo economico, si terrà un nuovo consiglio di fabbrica “per assumere iniziative di mobilitazione affinchè sia chiaro al governo che, qualora non assumerà una posizione chiara rispetto al futuro di migliaia di lavoratori, il sindacato non resterà a guardare”.
Sono sette i punti programmatici lanciati da Fiom, Fim e Uilm. Primo, nessun licenziamento: l’accordo del 6 settembre 2018 prevede zero esuberi e la tutela dei lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria attraverso la clausola di salvaguardia occupazionale. “Non intendiamo – spiegano i sindacati nel verbale del Consiglio di fabbrica – mettere in discussione quanto sottoscritto in sede ministeriale”.
Secondo punto, l’integrazione salariale e la rotazione equa “con la ripartenza delle manutenzioni e degli impianti attualmente fermi”.
Terzo punto, l’appalto con la ripresa delle attività previste dal piano ambientale e gli interventi manutentivi necessari a ricollocare gli stessi lavoratori del mondo dell’appalto.
Quarto punto innovazione tecnologica e completamento del piano ambientale che “non possono subire ulteriori slittamenti”.
Quinto punto, introduzione della valutazione d’impatto sanitario preventivo.
Sesto punto, provvedimento speciale per Taranto con l’introduzione di “misure specifiche per la tutela dei lavoratori con strumenti idonei affinchè nessuno rimanga indietro”.
Settimo e ultimo punto, maggiore coinvolgimento delle istituzioni locali e delle parti sociali sul fronte degli investimenti.
E.G.