Cassa integrazione in deroga unica per tutti i lavoratori diretti, degli appalti e dell’indotto di ogni sito dell’ex Ilva. È questo il principale risultato emerso dall’incontro di questa mattina al ministero del lavoro tra i ministri delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, e i sindacati rappresentanti dei lavoratori dell’indotto di Acciaierie d’Italia.
Soddisfazioni da parte dei sindacati, che vedono così finalmente riconosciuta una richiesta a lungo rivendicata. “Registriamo positivamente il fatto che il Governo voglia trovare una soluzione al problema degli ammortizzatori per i dipendenti delle ditte dell`appalto. L`idea che si stia lavorando a un ammortizzatore unico che possa inglobare tutte le realtà che rientrano nella crisi dell`Ilva è sicuramente un punto positivo”, afferma il segretario nazionale della Fim-Cisl, Valerio D’Alò, al termine dell’incontro.
Per D’Alò, la priorità è “lavorare per rafforzare le tutele per le imprese e per i crediti. Su questo chiederemo al Governo di poter essere ascoltati e spingere affinché si riesca a trovare anche per questi crediti in caso di un’amministrazione straordinaria, come pare si vada palesando una soluzione che non sia un percorso standard, ma trovi una soluzione immediata. In questo senso la volontà del Governo di dare una mano alle imprese, intervenendo anche sugli istituti che possano cedere liquidità per far fronte alle necessità delle aziende stesse, sono buon punto di partenza. Continueremo in queste settimane l`interlocuzione con il Governo con l’obiettivo di assicurare a tutti ove necessario gli ammortizzatori sociali e nella minore misura possibile”.
A fronte di questo risultato, tuttavia, permane cautela: “Verificheremo gli strumenti legislativi che saranno adottati, e continuiamo a rivendicare concrete soluzioni per il rilancio della produzione, per l`ambientalizzazione e per la sicurezza dei lavoratori, che restano le nostre priorità”, aggiunge il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo. Per il dirigente sindacale, infatti, “occorre un tavolo tecnico per tenere in costante monitoraggio tutte le realtà sia dell`indotto che degli appalti che garantiscono la produzione agli stabilimenti del gruppo siderurgico”.
“Come abbiamo denunciato – sottolinea ancora Gesmundo – vi sono lavoratori che in queste settimane non stanno ricevendo le retribuzioni poiché Acciaierie Italia non sta saldando le fatture. Prendiamo atto dell’impegno preso dai Ministri rispetto alla creazione di misure ad hoc a sostegno di queste imprese, finalizzate al pagamento degli stipendi e alla continuità delle manutenzioni e della produzione”.
Ma la criticità della situazione si lega anche alle lunghe tempistiche e modalità emergenziali con cui la vertenza viene gestita, “a causa – sottolinea ancora Gesmundo – della mancanza di una visione strategica rispetto alle politiche industriali del Paese e per la scarsa considerazione degli allarmi lanciati dal sindacato e delle proposte di chi rappresenta i lavoratori”.
La situazione dell’ex Ilva resta “grave”, sottolinea in una nota il coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, Loris Scarpa, e “l’ex Ilva non può assolutamente fermarsi. L’attuale dirigenza di Acciaierie d’Italia – prosegue Scarpa – ha costruito le condizioni per cui le lavoratrici e i lavoratori, diretti ma soprattutto dell’indotto, non hanno più nessuna certezza sul loro futuro occupazionale, né sul pagamento degli stipendi”. Pertanto, aggiunge, “oltre agli ammortizzatori sociali devono essere garantiti la continuità produttiva e occupazionale, la salute e la sicurezza degli impianti e l’ambiente”.
“Come Fiom-Cgil siamo impegnati affinché ci possa essere per l’ex Ilva e per la siderurgia in Italia un futuro nuovo e un cambiamento radicale dell’attuale situazione”, conclude.
e.m.





























