Foto in bianco e nero che raccontano una storia di emancipazione, che tante donne e uomini hanno realizzato attraverso il proprio lavoro e il ruolo di rappresentanza e tutela svolto dal sindacato nei territori. È questo il senso profondo della mostra fotografica dal titolo “Archivi aperti, la storia del lavoro per immagini” sul lavoro agricolo e alimentare nel ‘900, inaugurata oggi a Roma presso Spazio5 e accessibile al pubblico fino all’11 febbraio, per poi fare tappa a Latina il 13 febbraio e il 14 a Viterbo, realizzata dalla Fai Cisl, grazie al contributo della Fondazione Studi e ricerche del sindacato, della Fondazione Giulio Pastore e dell’Archivio Storia e Biblioteca Silvio Costantini, aperta
Una mostra che, come spiega il segretario degli agricoli e alimentaristi della Cisl, Onofrio Rota, vuole curare il senso della storia, per salvaguardare i ricordi di un mondo agricolo e un’Italia rurale, fatta di fatica, povertà e sfruttamento, dove lavoratrici e lavoratori, attraverso la presenza del sindacato, hanno combattuto per ottenere condizioni di lavoro e di vita migliori. L’approccio di questa esposizione fotografica, ha precisato Aldo Carera, presidente della Fondazione Pastore, non vuole essere unicamente sociale, ossia intento a raccontare esclusivamente la lotta di classe, ma esaltare la centralità della persona, nella sua dimensione più viva, fatta di carne, fatica e sudore. In quest’ottica è molto interessante notare l’evoluzione comunicativa del sindacato dagli anni ’50 in poi, quando con gli slogan si inizia a rivendicare una vita più civile degli agricoli. Un cambiamento significativo che affronta il tema dell’emancipazione dei lavoratori, come afferma lo statuto stesso della Cisl.
Un soggetto ricorrente, non solo nelle cinquanta foto della mostra, ma in tutto il resto del materiale fotografico, è il lavoro femminile. C’è il treno carico di mondine che negli anni ’60 le portava al lavoro nelle risaie, o uno scatto che ritrae donne, di diversa età, intente a svolgere varie attività agricole. Una parte importante del materiale, proprio per avere una rappresentazione fedele della condizione della donna, sono le carte del Sindacato Nazionale delle Maestranze addette alla Lavorazione della Foglia di Tabacco, il cosiddetto sindacato delle tabacchine, datate tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’70, arricchite da 228 foto. Immagini che ritraggono momenti di lavoro, di formazione, come la foto del corso per le tabacchine svoltosi a Firenze nel giugno del 1968, o di lotta, con la manifestazione di Caserta del 27 febbraio del 1960.
La mostra è inoltre un mezzo per riportare alla memoria un pezzo di storia sindacale che non esiste più, non tanto nei valori, ma nelle sigle. Ci sono così le foto dei congressi della Fisba, la Federazione italiana salariati braccianti agricoli e maestranze specializzate, nata nel 1949, alla quale erano affiliati il sindacato delle tabacchine e la Fnita, la Federazione nazionale impiegati e tecnici dell’agricoltura, e la Fat, la Federazione alimentazione tabacco, nata nel 1981, che, assieme alla Fisba, hanno dato vita nel 1997 all’attuale Fai.
Tommaso Nutarelli