“Un vero e proprio dramma sociale che questi numeri non raccontano a pieno: il dato reale della disoccupazione è ben più alto di quello formale e anche solo considerando una parte degli scoraggiati sale attorno al 13%, cioè ben più della media europea”. E’ quanto afferma Fulvio Fammoni della Cgil Nazionale in merito ai dati sul lavoro diffusi oggi dall’Istat, nel sottolineare come “il raffronto con l’Europa è impietoso: l’aumento del 25% dei disoccupati nell’ultimo anno è causato dai dati italiani”.
Secondo il dirigente sindacale “mentre ancora incredibilmente si teorizza l’utilità di licenziamenti facili, il lavoro sprofonda in una voragine di disoccupazione. Il centro destra, nonostante l’80% delle nuove assunzioni sia fatto con lavori temporanei, ancora oggi indica la precarietà come soluzione al problema. Tutto questo, di fronte alla gravità della situazione, si commenta da solo”.
Per Fammoni è ora di dire “basta agli slogan e agli annunci inconcludenti. Questo dramma sociale si inverte solo arrestando la recessione, con politiche di crescita e di sviluppo straordinarie. Questi interventi, che sbagliando vengono definiti fase due, sono troppo spesso evocati ma mai attuati”. La Cgil, intanto, fa sapere Fammoni, prosegue la campagna di mobilitazione contro la precarietà e per lo sviluppo, prossimo appuntamento la giornata nazionale del 10 maggio ‘Precarietà: l’unico taglio giusto’. (LF)
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