Federformazione, associazione che aggrega vari enti di formazione, denuncia diverse criticità nell’erogazione dei fondi destinati alla formazione professionale in Sicilia, soprattutto riguardo all’effettiva destinazione delle risorse nelle singole aree del territorio.
In particolare, nella regione Sicilia l’ultimo avviso utile per il finanziamento della formazione professionale dei giovani disoccupati è stato l’avviso 20/2011, allora finanziato dal governo Lombardo. Da quel momento in poi gli assessori succedutisi alla guida del settore non sono riusciti ad adottare un avviso utile a finanziare la formazione professionale in modo da aderire ai fabbisogni formativi emersi nell’isola in seguito alla crisi occupazionale degli ultimi anni.
L’assessorato regionale, oltre ad aver revocato ben due avvisi volti ad erogare fondi per la formazione, ha provveduto a revocare anche un bando relativo alle procedure di accreditamento degli enti di formazione, provocando un arresto dell’attività formativa di nuove figure professionali utili a implementare ia crescita delle aziende e a ridurre l’elevato tasso di disoccupazione giovanile.
È di questi giorni la discissione del nuovo Avviso 8/2016, con il quale sono stati messi a bando 136 milioni, a valere su risorse comunitarie. Ebbene, questo avviso è stato emanato senza alcun criterio predeterminato e conoscibile che tenga conto del fabbisogno formativo delle singole province in relazione al reale tasso di disoccupazione localmente rilevato.
La mancata predeterminazione degli ambiti territoriali su cui ripartire i fondi stanziati per la formazione professionale potrebbe causare una dispersione delle risorse pubbliche stanziate. In altri termini, le risorse potrebbero essere concentrate fino a saturazione solo su alcuni ambiti provinciali invece si essere equamente ripartite su tutto il territorio regionale.
L’avere poi attribuito una premialità in termini di punteggio ai corsi realizzati nelle aree interne, in assenza di una predeterminazione del limite massimo dei corsi da poter realizzare, ha di fatto indotto gli enti concorrenti a dichiarare tale requisito all’ovvio fine di acquisire un maggiore punteggio, assegnato in assenza di qualsiasi verifica dell’effettivo fabbisogno formativo di territori che, considerate le loro esigue dimensioni, non contano una popolazione giovanile così elevata da consentire la copertura di allievi per i corsi dichiarati.
Si è così reso possibile, da parte degli enti, il reclutamento di allievi presi in prestito da altri territori con l’ovvia conseguenza di alterare non solo la procedura selettiva ma anche gli obiettivi primari della programmazione europea in materia di formazione professionale.
Per comprendere la corretta destinazione dei fondi pubblici, Fabio Virdi, a capo di Federformazione Sicilia, ha quindi chiesto all’amministrazione regionale di fornire chiarimenti sul riparto delle risorse nel territorio, queste ultime specificate per singoli ambiti provinciali e in relazione al fabbisogno formativo registrato e al tasso di disoccupazione.



























