Tutto rinviato a venerdì, le decisioni del governo e quelle del sindacato. Nel corso dell’incontro di Palazzo Chigi, i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno ri-presentato a Draghi le loro richieste, focalizzate in tre punti: fisco, destinare tutti gli 8 miliardi disponibili per il taglio delle tasse al lavoro dipendente e alle pensioni, ”recuperando” anche quell’unico miliardo che il governo intendeva destinare al taglio dell’Irap per le Pmi; pensioni, avviare rapidamente il tavolo del confronto promesso ormai settimane fa e ancora mai convocato dal ministro del Lavoro; precarietà, eliminare almeno qualcuna delle tante misure che consentono l’uso improprio di contratti a termine.
Draghi ha preso atto delle richieste di Cgil, Cisl e Uil, limitandosi a dire che ci rifletterà questa sera, e che domattina richiamerà brevemente Landini, Sbarra e Bombardieri per informarli delle decisioni del governo; questo subito prima di un consiglio dei ministri che varerà l’emendamento fiscale definitivo. Notizia, questa, che ha destato sorpresa nei sindacati: ”c’è stata una accelerazione di cui non eravamo a conoscenza – ha spiegato Landini lasciando Palazzo Chigi – pensavamo che ci fosse tempo fino al 10 dicembre”.
Invece il governo ha deciso di correre. Entro domattina, dunque, si saprà se e quante delle richieste sindacali saranno state accettate dal governo, e come verrà formulato il testo da portare in Cdm. In parallelo, i sindacati decideranno il da farsi. Landini è stato chiaro: ”vedremo cosa ci dicono domani, ma se il governo dovesse confermare la sua posizione, come ha fatto questo pomeriggio, la nostra risposta è no: non ci sarà il nostro accordo”. Nel qual caso, ha proseguito, le tre confederazioni decideranno quali risposte dare: sicuramente proseguire la mobilitazione già in corso ma anche ”valutare, unitariamente con Cisl e Uil”, quali altre iniziative prendere. La parola ‘sciopero’ non è stata esplicitamente pronunciata, ma incombe sempre sullo sfondo; domani la Cgil riunirà anche il suo direttivo, appunto per valutare le eventuali modalità della protesta. Insomma, come riferiscono i partecipanti all’incontro di Palazzo Chigi, il clima, al momento, non è buono.
NP