La Commissione europea ha invitato formalmente il Belgio, il Portogallo, la Francia e la Spagna, a porre fine alla “discriminazione fiscale” nei confronti dei fondi pensionistici stranieri, che non godono degli stessi vantaggio rispetto a quelli nazionali.
Secondo Bruxelles i quattro paesi, che oggi sono stati messi in mora, accordano la possibilità di dedurre dalle imposte esclusivamente i versamenti effettuati a fondi integrativi nazionali, negando questo vantaggio fiscale ai versamenti verso fondi stranieri. L’esecutivo Ue chiede invece “un trattamento fiscale identico” per tutti i versamenti destinati a fondi pensionistici integrativi.
Per il commissario europeo al mercato interno, Frits Bolkestein, “fino a quando gli Stati membri non avranno messo fine a questa discriminazione fiscale, l’Ue non sarà in grado di garantire ai futuri pensionati di ottenere tutti i possibili vantaggi che derivano da un mercato unico delle pensioni”.
In particolare, il timore della Commissione europea è che, in caso di diverso trattamento fiscale in alcuni paesi, i fondi integrativi pensionistici non riescano a svilupparsi in tutta Europa, frenando la creazione di un mercato unico e impedendo alle imprese presenti in tutto il continente, di far ricorso ad un unico regime di raccolta dei contributi dei propri dipendenti che lavorano in diversi Stati membri dell’Ue.
La messa in mora da parte di Bruxelles, rappresenta l’ultima fase prima del deferimento alla Corte di giustizia dell’Ue. I quattro Stati membri in questione hanno ora due mesi di tempo per modificare la legislazione nazionale renderla compatibile con quella comunitaria. In caso contrario Bruxelles potrà decidere di adire i giudici di Lussemburgo.
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