Sono giunti direttamente dall’Italia i funzionari incaricati di consegnare ‘brevi manù alla Commissione europea gli ultimi dossier per la chiusura definitiva dei Fondi strutturali 1994-1999.
Il 31 marzo è infatti la data limite per presentare a Bruxelles le ultime domande di pagamento per i diversi Fondi strutturali europei – da quello regionale a quello agricolo – per il quale l’Ue aveva accordato stanziamenti nella precedente programmazione finanziaria.
Per raggiungere il 100% delle spese impegnate nel periodo 1994-1999, secondo quanto appreso a Bruxelles, l’Italia doveva tra l’altro presentare richieste di pagamento per 1,34 miliardi di euro per il Fondo regionale europeo e per circa 600 milioni di euro per il Fondo agricolo, il Feoga orientamento. I funzionari italiani hanno tra l’altro consegnato circa 70 domande di pagamento per il Fondo regionale. Per quello agricolo sui circa 80 programmi previsti ne restavano da chiudere una settantina circa.
L ‘Italia non è stata oggi l’unico paese comunitario a consegnare le ultime richieste di pagamenti, che saranno esaminate nei prossimi mesi dai servizi del commissario europeo per la politica regionale Michel Barnier.
Lo stesso Barnier ha confermato oggi all’Ansa, «di aver messo a punto le procedure per trattare al più presto possibile tutti i dossier del periodo 1994-1999 che giungeranno alla Commissione in data 31 marzo. Nel mese di luglio dovrebbe già esserci una prima valutazione».
Il regolamento europeo dei Fondi strutturali 1994-1999, prevedeva un meccanismo che permetteva a Bruxelles di pagare fino all’80% delle somme impegnate dai singoli paesi.
Di consegnenza, se l’esame dei dossier restanti rivelasse che c’è stato un utilizzo inferiore all’80% dei fondi, dei finanziamenti dovranno ritornare dagli stati membri verso le casse dell’Ue.
Fonti comunitarie sottolineano che, per ragioni ‘fisiologichè (disimpegni, irregolarità, frodi, perdite varie), non sempre le spese effettuate, riescono a coprire il 100% degli impegni. Per riuscirci lo stato membro dovrebbe impegnare da parte sua una somma superiore al 100% del suo normale cofinanziamento.
La partecipazione dell’Ue alla realizzazione dei progetti varia a seconda degli obiettivi da raggiungere e delle aree di intervento. La percentuale di partecipazione più elevata da parte dell’Ue raggiunge il 75% delle spese nelle aree in ritardo economico, il Mezzogiorno in Italia.
Con la chiusura della vecchia programmazione, tutta l’attenzione è ora portata sull’attuazione dei Fondi strutturali 2000-2006, le cui regole di gestione introdotte dai Quindici sono molte più severe. Al 31 dicembre 2002, l’Italia ha potuto chiudere senza perdite i fondi impegnati nel 2000.
Entro il 31 dicembre 2003, ci sarà la chiusura dell’annualità 2001 e Bruxelles ha già messo in guardia l’Italia e gli altri paesei che le cose rischiano di essere più difficili. Rispetto al 2000, ad esempio, non ci sarà l’anticipo della Commissione pari al 7% dei finanziamenti.
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