La formazione aziendale si arricchisce di nuovi tool e afferma la sua crescente centralità per lo sviluppo di un ecosistema lavorativo positivo. In questo senso la Policy Diversity & Inclusion si inserisce come un’urgenza di ordine etico non più prescindibile ed è, tra l’altro, tra i prerequisiti aziendali più richiesti tra le nuove leve che si affacciano nel mondo del lavoro. Fòrema, ente del sistema confindustriale veneto, da anni mette la D&I al centro delle sue strategie e combinandola con Ability Score®, un metodo di formazione che utilizza il potere trasformativo dei giochi di ruolo, ha dato vita a una due giorni di formazione – il 27 e il 28 marzo – riservata a HR manager, responsabili del personale e imprenditori.
Nel dettaglio, i partecipanti assumeranno il ruolo di un personaggio di una storia. Usando improvvisazione e creatività, affronteranno insieme sfide legate all’equità e all’empowerment e metteranno in pratica un diversity mindset per raccontare le sorti della propria avventura. Il gioco consiste nell’interazione dialettica tra la game master Bugatti, i partecipanti e la casualità dovuta al tiro dei dadi. Ad accompagnare l’avventura ci saranno mappe, carte e immaginazione.
La storia che è stata scelta ha come tematica quella degli “unconscious bias”, ossia quegli errori cognitivi che si formano senza una consapevolezza reale e razionale e che causano comportamenti errati, e aiuterà i partecipanti a migliorare diverse competenze. Tra queste, la capacità di riconoscere bias e dissonanze cognitive, decostruire pregiudizi, sviluppare il pensiero critico e migliorare l’ascolto attivo, strumenti essenziali per ripensare il modello organizzativo aziendale e renderlo più performante nella gestione delle diversità di genere. Finita la parte di “gioco”, il giorno successivo è previsto un momento di debriefing nel quale saranno fatte emergere in modo maieutico delle riflessioni, rielaborando gli eventi e portando a prese di consapevolezza e impegni a modificare i propri approcci comportamentali. L’esperienza sarà guidata dalla serius game designer e trainer, Dora Bugatti, e dalla senior trainer ed executive coach Pcc (professional certified coach) per Icf Italia (la federazione nazionale dei coach), Antonella Brogi.
“Gli obiettivi del progetto sono molteplici”, spiega Matteo Sinigaglia, direttore generale di Fòrema. “Con questo corso evidenzieremo quanto sia facile, anche per persone di cultura e con ruolo manageriale, incorrere in bias cognitivi che possono indurli al sessismo, anche involontariamente. Ma non ci fermiamo a questo. Lavoreremo anche per migliorare la partecipazione equilibrata al mercato del lavoro, attraverso la realizzazione di azioni per una maggior stabilità tra vita professionale e vita privata. Senza dimenticare l’implementazione di azioni volte a una maggiore autodeterminazione delle donne e all’incremento della partecipazione femminile al mercato del lavoro in tutte le sue forme, compresa l’imprenditorialità”.
L’evento è inserito all’interno del progetto P.A.R.I. (Progetti e azioni di rete innovativi per la parità e l’equilibrio di genere). La Regione Veneto ha infatti finanziato alcune azioni di sistema per garantire il miglioramento della qualità di vita e di lavoro in azienda. Nel Padovano, Fòrema sta operando all’interno di P.A.R.I. con il progetto “Siadom” (Social Innovation alliance for diversity management and innovation of organizational models, ndr), progetto che si è posto come obiettivo quello di rompere il soffitto di cristallo contro il quale oggi si fermano le aspettative delle donne.
Per realizzarlo, sono stati coinvolti 44 partner tra organismi pubblici e privati, tra cui le Università di Padova e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’iniziativa in collaborazione con Ability Score® fa parte di questo percorso. Concretamente, Fòrema per il progetto “Siadom” ha formato un team di lavoro che sta creando appuntamenti, incontri, network, scambio di informazioni, ma anche materiali didattici e work shop per un anno intero, sempre nell’ottica di favorire il diversity management nelle aziende. L’obiettivo è coinvolgere almeno 150 stakeholder, tra di loro hr, direttori del personale e imprenditori.
e..m.