Nonostante sia calato il consenso dell’opinione pubblica verso i sindacati, la Cisl continua a registrare nuovi iscritti, nella misura di “diverse decine di migliaia”. Lo ha detto il segretario generale, Annamaria Furlan, nel suo intervento all’assemblea straordinaria di Cisl di Reggio Emilia e di Modena in vista della fusione per dar vita a Cisl Emilia Centrale.
Per Furlan occorre “riformare la composizione dei nostri organismi” anche per convincere i giovani a “fare esperienza sindacale come è stato per tanti negli anni 70, 80 e in parte 90”. Oggi “molti ci ricordano che anche il sindacato ha una sua crisi di rappresentanza. E vero solo in modo parziale. Se guardiamo al nostro tesseramento – ha spiegato il segretario della Cisl – dobbiamo dire che ‘per niente’, anzi è vero il contrario”. Infatti “noi continuiamo a crescere nei lavoratori del pubblico, comne nel privato e nei servizi”.
“Anche quest’anno abbiamo avuto categorie che sono cresciute diverse migliaia – ha aggiunto – che messe insieme diventano decine di migliaia, nei servizi, come nel pubblico in particolare la scuola e nell’industria”.
Se cresce il numero degli iscritti alla Cisl “cala il nostro consenso, complessivamente come sindacato, nell’opinione pubblica – ha evidenziatoFurlan -.Questi sono due elementi contradditori: cresce la rappresentanza, gli iscritti, ma cala l’opinione sulla qualità e il ruolo del sindacato”. E “da tempo avremmo dovuto capire e fare azioni per cambiare tutto questo”.
Il segretario della Cisl, nel suo intervento, ha ricordato una recente statistica secondo la quale il 57% degli italiani riconosce valore sociale al terzo settore, il 20% agli imprenditori e il 15% ai sindacalisti. “Questo ci deve portare a recuperare con forza il ruolo sociale dei sindacato sui grandi termi del cambiamento perché noi abbiamo grandi proposte – ha detto Furlan -. Guai se veniamo intesi nell’opinione pubblica solo come un fattore di freno, di conteastazione e non di proposta. Il conflitto quando serve lo sappiamo esercitare nelle sue forme sindacali, democratiche conosciute dalla legge. Ma se non sappiamo portare la proposta veniamo letti dall’opinione pubblica, come un elemento di freno del cambia mento. Ci fa male affrotnare questi temi, ma prima lo facciamo meglio è”.
In riferimento alle piattaforme contrattuali, poi, il segretario generale ha precisato che “devono essere discusse soltanto con i lavoratori e sul posto di lavoro: non abbiamo bisogno di qualche agganziamento a partiti politici”. Per il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, la Coalizione sociale di Maurizio Landini ha creato una “confusione” che “non fa bene al sindacato confederale”.
“Se l’autonomia è stata nella storia della Cisl un suo valore, oggi più che mai deve essere ben chiaro che il sindacato fa solo il sindacato, non è un partito né vuole farlo. Per questo io ritengo che un po’ di confusione creata da Coalizione sociale di Landini non faccia bene al sindacato confederale. Mi spiace tanto”.
Questa “idea ancillare del sindacato rispetto alla politica – ha aggiunt – la Cisl non ce l’ha, non l’ha mai avuta e non la vuole mai avere. Non sono per niente convinta che le nostre piattaforme contrattuali debbano essere analizzate e giudicate da qualcuno che non è il mondo del lavoro, dentro le fabbriche e sui territori”.