Arrivati all’8 giorno di sciopero, i gestori di carburante continuano la loro lotta contro il “caporalato petrolifero”. L’Associazione Nazionale Gestori Autonomi Carburanti (ANGAC) e la quarta confederazione sindacali italiana Confsal denunciano la situazione “oramai gravissima e non più sopportabile, occorre ridare dignità ai lavoratori – sottolineano le parti sociali – un vero e proprio sfruttamento: i gestori, oggi, lavorano con margini da fame di circa 3 centesimi di euro lordi al litro pari a una redditività di 2 euro all’ora ossia 500 euro al mese.”
Il sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico, Alessandra Todde ha comunicato la propria disponibilità a un incontro “della quale si è ancora in attesa.”
“I gestori però – proseguono – non potranno ancora aspettare per molto, il dimezzamento del margine di guadagno, l’imposizione di prezzi discriminatori, l’abuso di posizione dominante e dipendenza economica hanno ridotto un’intera categoria a livelli di indigenza. Sui gestori vengono solo scaricate responsabilità e costi, mentre i guadagni sono al di sotto di una sogna dignitosa portando addirittura molti all’ardua scelta di chiudere la propria attività.”
Angac e Confsal sperano in un tavolo di confronto con il Governo che possa portare a un risvolto positivo per una categoria “che è stata sfruttata e abbandonata per troppo tempo.”
E.G.