Se troveranno conferma gli allarmi dei sindacati del settore automobilistico di una perdita secca nei prossimi cinque anni di 140.000 posti di lavoro sull’ attuale totale di 791.600, qualcosa come il 17,7%, allora sarà buio pesto per l’economia giapponese, sempre più ancorata al finora buon andamento delle case auto, Toyota e Honda in testa. Una simulazione condotta dal sindacato ‘Jidosha Soren’ e dal Centro studi Mitsubishi e pubblicata oggi sulla stampa, fa queste pessimistiche previsioni sulla base di un attento esame del mercato automobilistico internazionale. Secondo la simulazione, esiste il rischio che tra cinque anni la produzione nazionale giapponese di auto scenda dagli attuali 10 milioni di unità annue a 9 milioni, soprattutto per la crescente tendenza della grandi case di spostare all’estero gli impianti di produzione. In tal caso le imprese saranno costrette a tagliare la loro forza lavoro di 140.000 unità, soprattutto nel settore dell’indotto e della componentistica. “Nella migliore dell’ipotesi – afferma lo studio – si perderanno comunque circa 80.000 posti di lavoro, poco oltre il 10 % dell’attuale manodopera nell’ intero settore” Il tasso di disoccupazione in Giappone, che 10 anni fa era del 2,1%, nel luglio scorso è salito al 5%, il record peggiore del dopoguerra.
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