È iniziato ieri lo sciopero dei Giudici di pace e dei magistrati onorari che si protrarrà fino al 26 novembre, mettendo a rischio circa mezzo milione di processi. Lo sciopero è stato indetto contro la riforma del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, i cui impatti sono stati valutati nel corso di un incontro al CSM tra i capi degli uffici giudiziari che si è tenuto ieri.
“Unanime è stato il giudizio di incomprensibilità ed inattuabilità di buona parte delle disposizioni ivi contenute – affermano in una nota la presidente nazionale dell’Unione Giudici di Pace, Maria Flora Di Giovanni, e il segretario, Alberto Rossi -, ed accorato l’appello di molti presidenti di tribunale, che hanno registrato negli ultimi mesi crolli di produttività anche sino al 50% di processi definiti”.
“Oggi – precisano Di Giovanno e Rossi – la questione della magistratura onoraria è all’esame del Parlamento Europeo, in una seduta riservata al precariato pubblico in Italia. Verrà chiesto l’immediato avvio della procedura di infrazione contro il Governo italiano dopo che l’istruttoria preliminare, cd. EU pilot, ha dato riscontri completamente negativi per l’Italia, con violazione di tutte le direttive comunitarie sul lavoro a scapito dei giudici di pace e dei magistrati onorari”.
“E nei prossimi mesi arriveranno le decisioni della Corte di Giustizia Europea, investita di tre rinvii pregiudiziali dai giudici italiani sull’illegale precariato della magistratura onoraria. Nelle cause dinanzi alla suprema Corte Europea sono intervenuti oltre 900 giudici e pubblici ministeri onorari”, concludono i rappresentanti dell’Unione Giudici di Pace.
E.M.