Parte in salita il primo incontro trai i vertici della Gkn, le istituzioni e le parti sociali. Al tavolo ministeriale convocato ieri in prefettura a Firenze, la multinazionale, in collegamento da Milano, ha ribadito la sua volontà nel procedere con la procedura di licenziamento collettivo per i 422 dipendenti. Dunque nessun ripensamento e nessun cambio di rotta. Ma a far storcere il naso, da quello che si apprende, è stato, ancora una volta, l’atteggiamento dell’azienda. L’avvocato della multinazionale avrebbe infatti dichiarato che quello di ieri non era un tavolo ufficiale.
Durissima la replica della viceministra allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, che in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato di “una gravissima mancanza di rispetto, lo Stato tratta con chi ha potere di trattare e la parola responsabilità fa parte del vocabolario delle aziende che si siedono al tavolo delle Istituzioni. Questa non è una crisi industriale – aggiunge – ma una vertenza con tematiche finanziarie, lo stabilimento è stato trasformato in un prodotto finanziario, non è un atteggiamento corretto nel metodo e nel merito. Riconvocheremo il tavolo in tempi brevi e lavoreremo in sinergia con tutte le istituzioni per una soluzione concreta per la città e i lavoratori”. Durissima e compatta la reazione dal fronte sindacale.
“È ora che la Presidenza del Consiglio convochi il tavolo con i ministeri competenti per il ritiro dei licenziamenti” alla Gkn e si apra conseguentemente un confronto che garantisca l`occupazione e si riprenda a lavorare, per contrattare in modo costruttivo per trovare soluzioni condivise”, hanno ribadito Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil di Firenze e Prato
“Nel confronto convocato dal Ministero dello Sviluppo economico in Prefettura a Firenze – si legge nella nota – la delegazione aziendale non aveva mandato a negoziare ed ha ribadito la volontà del fondo Melrose di procedere con il licenziamento di tutti i lavoratori nonostante la richiesta unanime dei sindacati e di tutte le istituzioni di ritirare la procedura per permettere l`apertura di un confronto vero e non sotto ricatto, per garantire l`occupazione e la continuità produttiva”.
La delegazione Fiom-Cgil “ha dato tutti gli elementi di merito per dimostrare che la Gkn di Firenze non è in crisi. Non ci sono problemi di commesse, capacità produttiva e competenze, quindi la scelta del fondo è solo di carattere speculativo e di delocalizzazione. Non possiamo parlare di crisi, ma di una precisa scelta di licenziare i lavoratori subito dopo la fine del blocco dei licenziamenti, irrispettosi dell’intesa raggiunta da Cgil-Cisl-Uil e Confindustria con il Governo a non licenziare senza prima aver utilizzato tutti gli strumenti messi a disposizione, privando un territorio di tanti posti di lavoro diretti e di tutti coloro che lavorano nella filiera dell`indotto”. La delegazione aziendale di Gkn, sostengono i sindacalisti della Fiom-Cgil, “ha reagito con arroganza chiedendo ai sindacati di tenere un tavolo domani senza le istituzioni. È un atto di violenza ulteriore dopo quello perpetrato ai danni dei lavoratori. I sindacati hanno risposto insieme che il confronto deve continuare al tavolo convocato dalle istituzioni, pertanto domani non saremo presenti all’incontro”.
Una ferma condanna alla condotta aziendale arriva anche da Giorgio Graziani, segretario confederale della Cisl responsabile per l’industria, e dal segretario nazionale Fim-Cisl, Ferdinando Uliano. “E` inaccettabile – affermano i due sindcalisti- approcciarsi al primo incontro e dopo aver licenziato oltre 422 lavoratori, comunicando in maniera arrogante alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni che i licenziamenti sono irreversibili e irrevocabili con l`unica disponibilità sul tavolo, ancora più offensiva – di concedere l`elemosina di qualche euro per i lavoratori. Non serve l`elemosina ma un atto di responsabilità dell`azienda attraverso il ritiro della procedura di licenziamento, la ripresa della produzione e contemporaneamente aprire un confronto vero dove al centro ci sia il lavoro e le prospettive produttive delle stabilimento di Campi Bisenzio. Se questo non dovesse avvenire, l`ostilità dell`azienda non è non solo verso i lavoratori e il sindacato ma anche verso le istituzioni del nostro Paese. In tal caso chiediamo al Governo d`intervenire pesantemente nei confronti di questa multinazionale che è presente anche in altre realtà produttive nel nostro territorio, impedendo i licenziamenti”.
TN