Il contratto ci spetta. Verso lo sciopero. Verso i rinnovi. E’ in queste frasi che si raccoglie la voce dei delegati di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Oltre cinque milioni di lavoratori del terziario e del turismo in attesa dei rinnovi contrattuali. L’assemblea, che si è svolta oggi a Roma presso l’Auditorium Angelicum, è stata il primo passo verso lo sciopero promosso dai sindacati per il prossimo 22 dicembre. Le richieste dei rappresentati dei lavoratori sono chiare. Rinnovare i contratti per dare una risposta alla perdita del potere di acquisto che gli addetti del settore hanno dovuto patire a causa dell’inflazione. E questo, affermano, senza barattare retribuzione e diritti, perché stiamo parlando di quei lavoratori che durante la pandemia sono stati definiti “eroi”, e che ora sono finiti in un cono d’ombra.
Contratti fermi al palo per colpa di controparti datoriali “irresponsabili e poco lungimiranti”, afferma Fabrizio Russo, segretario generale della Filcams-Cgil, che adducono un’insostenibilità economica quando, invece, molte aziende hanno visto crescere incassi e profitti grazie all’aumento dei prezzi. Una irresponsabilità, prosegue Russo, che accresce la frantumazione di un settore già molto parcellizzato e che mina e mette in crisi le relazioni industriali.
“Noi siamo stati sempre aperti al dialogo e al confronto, cosa che non abbiamo riscontrato dall’altra parte” afferma Davide Guarini, segretario generale della Fisascat-Cisl. “Noi non siamo favorevoli ai carrelli tricolore – sostiene – perché la scontistica è sempre state un’attività dalla imprese. Si tratta di un’operazione mal riuscita per lavarsi la coscienza e gettare un po’ di fumo negli occhi”. Inoltre “i protocolli del commercio, di un anno fa, per dare una prima risposta al tema salariale, e i possibili aumenti promessi per il mese di dicembre, non possono sostituire un percorso articolato e complesso come quelle del rinnovo. Il contratto – dice Guarini – rimane la via principale, e tutti i tentativi delle controparti per smontare lo sciopero del 22 dicembre non avranno successo”.
“La contro piattaforma proposta dalle aziende dove si baratta il salario con i diritti è una polpetta avvelenata”. Così Paolo Andreani, segretario generale della Uiltucs-Uil. E sul tema del lavoro povero, che il terziario conosce bene, per Andreani è imputabile “a tre elementi. Composizione familiare, ore lavorate e salario. Per combatterlo – afferma – la via è quella dell’articolo 36 della Costituzione e del contratto nazionale di lavoro, che anche la politica deve seguire, senza dare ascolto ai sindacati gialli, ma a quelli che hanno un reale radicamento nei luoghi di lavoro e una vera rappresentanza”.
Tommaso Nutarelli




























