La riduzione del fisco per far ripartire i consumi, la riduzione della spesa pubblica figlia di uno stato elefantiaco e l’abolizione di tutti i lacci e laccioli che scoraggiano gli investimenti. È questa la ricetta della Cisl per far ripartire il Paese presentata oggi dal segretario generale del sindacato, Raffaele Bonanni, in una conferenza stampa per presentare il congresso del sindacato che si terrà a giugno a Roma.
Sul fronte delle tasse il segretario ha ricordato che negli anni il peso fiscale è aumentato del 20%, mentre i servizi sono rimasti scadenti. La Cisl chiede uno spostamento dalla tassazione diretta a quella indiretta per far ripartire i consumi. Secondo il sindacato l’Unione Europea sostiene da tempo che l’Italia debba abbassare le tasse sui salari, per alzare l’Iva, in modo da far ripartire i consumi e far pagare le tasse anche agli evasori. La Cisl chiede anche una diversa modulazione dell’Imu sugli immobili che non faccia pagare chi possiede una sola abitazione . Bonanni si è detto anche dubbioso su una patrimoniale perché finisce sempre per far pagare “i soliti noti”.
Per finanziare la riduzione dell’Irpef la Cisl indica la strada del riordino delle agevolazioni fiscali, individuando quelle oggi anacronistiche o che risultino essere legate ad interessi lobbistici. Un altro tassello è rappresentato dal dirottamento di una parte delle risorse economiche oggi destinate all’industria. Infine, propone una maggiore lotta all’evasione fiscale.
Per quanto riguarda la riduzione dei costi dello stato, Bonanni indica molto chiaramente che il problema è dovuto non ai dipendenti, che sono la metà che in Francia e di meno che nella Gran Bretagna post Thatcher, ma lo spreco e le ruberie legate alla politiche regionali, provinciali e comunali. Il segretario ha le idee molto chiare e condanna senza mezzi termini la protezione della politica verso questi enti che “costano ai cittadini moltissimo in termini di tasse, ma non forniscono più servizi adeguati”. Il segretario chiede per questo la riforma del titolo quinto della costituzione, che a suo dire, invece di favorire il federalismo, ha finito per creare una conflittualità, perenne e opaca, tra Stato e Regioni. La Cisl chiede l’abolizione delle province e l’accorpamento dei comuni sotto un certo numero di abitanti. Sotto accusa anche la gestione delle municipalizzate e delle società create dagli enti locali.
Per evitare che tutte queste proposte siano bloccate dalla politica, che secondo Bonanni vive proprio di questi sprechi, la Cisl propone che se ne occupi una costituente composta da personalità di alto livello nominate dal Parlamento.
Il sindacato cattolico ricorda poi che, per esigenze di riordino dei conti pubblici, l’Italia sarà costretta nei prossimi anni a dover varare finanziarie da 40 miliardi l’anno. Per reperire parte dei fondi, la Cisl indica la vendita del demanio pubblico che potrebbe garantire dieci miliardi all’anno per una decina d’anni.
Per quanto riguardo l’attrazione degli investimenti stranieri, si indica una ricetta molto chiara, l’abolizione di tutte quelle leggi che scoraggiano le imprese straniere, investimenti sui trasporti e per abbassare il costo dell’Energia. Bonanni chiede poi che gli enti locali, prendendo esempio dall’Austria, imparino a promuoversi all’estero, anche aiutando in tutti i modi possibili quelle aziende che valutano la possibilità di stabilirsi sul loro territorio.
Infine, il segretario ha ricordato, che qualunque impegno l’Italia prenderà per uscire dalla crisi sarà vano se non si creeranno gli Stati Uniti d’Europa. Infatti, ha aggiunto, “gran parte della speculazione contro l’Euro è dovuta alla debolezza di una moneta che non ha dietro un’entità politica”.
Luca Fortis

























