L’incontro previsto per questo venerdì, 15 settembre, sul piano industriale dell`Ilva tra i sindacati dei metalmeccanici e Am Investco slitta al prossimo 9 ottobre.
Secondo quanto si legge in una nota del ministero dello Sviluppo Economico, il rinvio “si giustifica con la necessità di completare l’iter di approvazione delle norme che consentiranno la corretta esecuzione del piano ambientale, nonché per consentire la preparazione di tutta la documentazione necessaria al corretto avvio del confronto tra le parti al fine di raggiungere un’intesa”.
Duro il commento del segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, a margine dell`Assemblea Uil delle Regioni meridionali. “E` gravissimo il rinvio. Si riducono i tempi per un serio confronto tra le parti dopo che in sede istituzionale sono stati resi noti più di 4mila esuberi. Una condizione inaccettabile che contrasteremo in ogni dove”.
“Stigmatizziamo e ci opponiamo a questo rinvio e faremo tutto ciò che è possibile per salvaguardare i livelli occupazionali ed il rilancio di quelli produttivi”, ha aggiunto.
“La siderurgia è strategica per il Sud – ha continuato Palombella – ed in tal senso basti considerare il ruolo che svolge il sito siderurgico di Taranto nell’economia regionale e nazionale. Ma se non salviamo con determinazione e coraggio la siderurgia nazionale, salvaguardando la condizione di chi ci lavora, rischiamo di rimanere con un pugno di mosche in mano e vanificare ogni ipotesi di possibile crescita industriale”.
“Per la Fiom -s ottolinea in una nota Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil – è inaccettabile che a quasi due mesi dall’incontro tenutosi il 20 luglio scorso, come abbiamo già annunciato ieri in conferenza stampa, non sia stata ancora notificata alle organizzazioni sindacali la procedura di cessione del ramo d’azienda – ex art. 47 della legge 428/90 –per l’avvio della trattativa.”
“Così come è inammissibile – prosegue Rappa -che il governo abbia previsto l’approvazione dell’Aia entro il 30 settembre, non avendo ad oggi recepito la direttiva europea (2015/2193) relativa alla “limitazione delle emissione nell’atmosfera di taluni inquinanti originati da impianti di combustione.”
Per Rappa, l’effetto concreto “di queste inadempienze” è l’ulteriore riduzione del tempo a disposizione “per un confronto vero, vista la distanza tra le parti sia sul piano ambientale”, che su quello occupazionale e normativo dei dipendenti diretti e dell’indotto.
“Come Fiom – conclude il sindacalista – dichiariamo sin d’ora che se non ci saranno le condizioni per una trattativa vera la responsabilità di un eventuale non accordo e delle conseguenze politiche e sociali ricadranno su governo, Mittal e Commissari.”
E. M.