Oggi pomeriggio si terrà a palazzo Chigi l’incontro fissato dal premier Paolo Gentiloni con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo per affrontare il nodo-pensioni.
All’ordine del giorno, l’allargamento della platea che potrebbe essere interessata dall’estensione dei lavori gravosi collegate all’Ape sociale nella neutralizzazione, fino al 2026, dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita. Ai circa 15 mila lavoratori già coinvolti potrebbero aggiungersi anche le categorie dei siderurgici, degli agricoli e dei marittimi.
Ma per la leader della Cgil, Susanna Camusso, non è solo questione di “lavori gravosi”, bensì è l’intero meccanismo automatico dell’aumento dell’età pensionabile che va ripensato.
Sul rinvio del blocco dell’aumento dell’età di pensionamento a 67 anni dal 2019, il governo è comunque pronto a un compromesso, anche se il problema non è di semplice soluzione perché lo stop dell’aumento dell’età costerebbe, secondo alcune stime, 1,2 miliardi di euro. ù
Sul tavolo, però, c’è una soluzione a “costo zero”, già formalizzata in un emendamento del Partito democratico al decreto fiscale. Per adeguare l’età di pensionamento all’aumento di cinque mesi della speranza di vita certificata dall’Istat, serve un decreto direttoriale che, dice la legge, dovrà essere emanato entro fine anno. L’idea è quindi quella di far slittare di sei mesi, a giugno del prossimo anno, l’emanazione del provvedimento.
Accanto alle questioni generali sulle pensioni, sul tavolo c’è anche la ridefinizione della governance dell’Inps e del ruolo del presidente Tito Boeri che in questi mesi è stato criticato per il suo stile accentratore e per il suo atteggiamento da politico.
E.M.




























