Pil dell’Eurozona in moderata accelerazione. La crescita del Pil, nel primo trimestre del 2015, è attesa in aumento dello 0,4%, per continuare ad espandersi allo stesso ritmo nei due trimestri successivi. E’ quanto emerge dall’Eurozone economic outlook, diffuso dall’Istat e dagli istituti di statistica tedesco Ifo e francese Insee, che prevede un “cambio di passo in vista” per l’economia dell’Eurozona.
A sostenere l’attività economica il calo dei prezzi del petrolio e il deprezzamento dell’euro. Il Pil si prevede continui a crescere “a un ritmo costante nei primi tre trimestri di quest’anno (+0,4%)”. Con la moderata ripresa economica, “le condizioni del mercato del lavoro sono attese migliorare nell’orizzonte di previsione e l’occupazione è attesa crescere ad un ritmo contenuto”. L’impatto reale del Quantitative easing della Bce sull’economia dell’Eurozona, rivela la ricerca, “potrebbe essere più grande di quanto stimato”. “Un ulteriore deprezzamento dell’euro e il calo del prezzo del petrolio, potrebbero ulteriormente stimolare la domanda interna ed esterna, al pari – si legge nel rapporto – di un maggiore effetto reale del programma di acquisto di asset da parte della Bce”.
Dall’Eurozone economic outlook emerge anche che, nei primi tre mesi del 2015, l’Eurozona è in deflazione, ma poi il trend s’invertirà. Ipotizzando che il prezzo del Brent si stabilizzi a 58 dollari al barile e che il tasso di cambio dollaro/euro fluttui attorno a 1,10, l’inflazione è attesa toccare il minimo a -0,5% nel primo trimestre del 2015. Con il moderato miglioramento dell’attività economica nel prossimi mesi, la deflazione rallenterebbe a -0,1% nel secondo trimestre. I prezzi tornerebbero a crescere solo nel terzo trimestre (+0,1%).
Nell’ultimo trimestre del 2014, l’inflazione ha continuato a ridursi (+0,2%, in calo da +0,4% del terzo trimestre). “Ciò riflette le pressioni decrescenti dei prezzi delle materie prime e il forte calo dei prodotti petroliferi negli ultimi sette mesi, ma anche una bassa di inflazione core”. Il pass-through dei prezzi all’importazione più elevati a causa del deprezzamento dell’euro “è stato solo parzialmente compensato dall’effetto del calo dei prezzi dell’energia”.