L’Istat rivede al rialzo le stime del Pil nel primo trimestre del 2021. Nel periodo gennaio-marzo il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,8% rispetto ai primi tre mesi del 2020.
Le stime preliminari diffuse il 30 aprile scorso indicavano una variazione congiunturale del Pil del -0,4% e di quella tendenziale del -1,4%. Il primo trimestre del 2021 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente, sottolinea l’istituto di statistica, e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2020. La variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,6%.
Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una diminuzione dell’1%, mentre gli investimenti fissi lordi sono cresciuti del 3,7%. Le importazioni sono aumentate del 2,3% e le esportazioni sono scese dello 0,1%.
Il moderato recupero dell’attività produttiva, spiega l’Istat, è sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura e dell’industria e di una contrazione del terziario che in alcuni comparti ha risentito ancora degli effetti delle misure di contrasto dell’emergenza sanitaria.
Il quadro della domanda è caratterizzato da una spinta della componente interna, alimentata dal recupero degli investimenti e dal nuovo contributo positivo delle scorte, mentre un contributo negativo è venuto dall’estero per la crescita delle importazioni a fronte di una sostanziale stazionarietà delle esportazioni.
Le ore lavorate sono diminuite dello 0,2% in termini congiunturali, mentre i redditi pro capite sono aumentati dell’1,5%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil: -0,7 i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private, -0,1 la spesa delle amministrazioni pubbliche, +0,7 gli investimenti.
La variazione delle scorte ha contributo positivamente per 0,8 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,6 punti percentuali. Si registrano crescite congiunturali del valore aggiunto di agricoltura e industria pari rispettivamente al 3,9% e all’1,8% mentre i servizi registrano un calo dello 0,4%.
TN