Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel 2017 il Pil corretto per gli effetti di calendario è aumentato dell’1,5%, facendo registrare la crescita più alta da sette anni. La variazione annua del Pil, stimata sui dati trimestrali grezzi, è invece pari a +1,4% (nel 2017 vi sono state due giornate lavorative in meno rispetto al 2016) ed è il dato più alto dal +1,7% raggiunto nel 2010. Stesso discorso se si guarda ai dati corretti per effetto di calendario: il +1,5% del 2017 è il dato più alto dal 2010 quando la crescita era stata dell’1,6%. La variazione acquisita per il 2018 è pari a +0,5%.
Nel quarto trimestre del 2017 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% nei confronti del quarto trimestre del 2016. I tecnici dell’Istituto hanno spiegato, poi, che, in valore assoluto, il livello del Pil del quarto trimestre 2017 è più basso del 5,7% rispetto al primo trimestre del 2008, ossia sotto i valori pre crisi.
Il quarto trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2016.
L’incremento congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura e di un aumento nell’industria e nei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% sia negli Stati Uniti sia in Francia e dello 0,5% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,5% negli Stati Uniti, del 2,4% in Francia e dell’1,5% nel Regno Unito.